I pm insistono: 'Dominello vedeva Agnelli, Marotta e Buffon. Così la 'ndrangheta trattava con la Juventus'
Come si legge sul Corriere della Sera in edicola oggi, i pm delineano, in una "premessa", la tesi che ha innescato la bufera sfociata anche nel processo sportivo. "Sino a qualche anno fa - ricorda la Procura - i gruppi organizzati di ultrà acquistavano dalla Juve, in violazione delle norme di legge che regolamentano gli eventi calcistici, quote di biglietti d'ingresso allo Juventus Stadium (nell'ordine di centinaia), che poi rivendevano abusivamente a prezzo maggiorato, per dividersi gli utili".
Intorno a questo concetto ruotano le accuse della procura federale. I pm torinesi, nel nuovo atto giudiziario, ricordano che "i gruppi ultrà un tempo trattavano la quota biglietti direttamente con la società calcistica, per il tramite dei loro leader". E che la 'ndrangheta "partecipava all'affare attraverso il controllo e la protezione" dei vari gruppi di ultrà. Quindi con un'intermediazione. Poi, qualcosa è cambiato.
Il "salto di qualità" della malavita si sarebbe realizzato con l'avvento in curva di Rocco Dominello, ex esponente dei Drughi di Montanaro e figlio di Saverio, che aveva ammesso di essere stato affiliato davanti al gup, annunciando di voler tagliare i ponti con il proprio passato. Padre e figlio sono stati condannati per 416 bis. "È una sentenza ingiusta e che non rispecchia i dati processuali, sono innocenti", dichiara il loro legale, Domenico Putrino, che ha chiesto l’Appello insieme ad altri legali.
È con l’ingresso dei Dominello nel mondo del tifo che, secondo la mobile di Torino, la 'ndrangheta avrebbe intrecciato un rapporto "diretto" con la società, attraverso, anche, i rapporti con persone assunte dalla Juve, nei cui uffici, precisano i pm, Dominello avrebbe "ottenuto abituale accesso". Secondo la procura poi, è "pacifico anche il fatto che, grazie alle entrature procurate da Germani, Dominello potesse incontrare il direttore tecnico del Club, Marotta, l'allenatore Conte, il capitano Buffon e anche il presidente del club, Agnelli".
La Juventus, che non ha alcun dipendente indagato nel processo Alto Piemonte, ha sempre chiarito di essere una "vittima inconsapevole" del comportamento di alcuni personaggi. Non solo. Sarebbe stata lasciata sola a gestire, allo stadio, una situazione di crescente difficoltà, con bande di ultrà quasi incontrollabili. Ciò che "si muoveva dietro alle figure dei Dominello", sarebbe stato dunque, per la Juve, qualcosa di "ignoto e non ricostruibile".