I muscoli mostrati a Osvaldo
In Italia, terra promessa dei delinquenti in libertà, le punizioni esemplari riguardano solo i calciatori. Per loro nessun terzo, quarto o quinto grado di giudizio, solo giustizia sommaria e soldi sottratti senza discussione. Così è stato per Osvaldo, reo di avere dato una manata (nel dopopartita, non in campo) a un giocatore (il compagno Lamela, non un avversario) che da parte sua lo aveva provocato: non con il mancato assist, ma con un atteggiamento strafottente. Niente di davvero grave, né da parte di Osvaldo né da parte di Lamela: la vita quotidiana negli spogliatoi, anche di serie A, è piena di episodi ben più violenti sul piano fisico e molto più odiosi su quello per così dire filosofico. Però Luis Enrique, senza un vero perché, ha scelto di punire Osvaldo (che peraltro si era già chiarito con il compagno), di non convocarlo e di farlo multare dalla società (30mila euro?). La Roma gli è andata dietro, conscia che l’immagine (il progetto, il progetto, il progetto! I giornalisti impazziscono quando gli si parla del futuro…) vale più dei risultati per una squadra che difficilmente andrà vicino a vincere qualcosa in questo e nei prossimi anni. Non è un caso che l’overdose di complimenti per Luis Enrique, peraltro ottima persona e tecnico che sta lavorando bene, arrivi soprattutto dagli avversari… Insomma, facciamo quelli moderni perché abbiamo bisogno di buona stampa. Ma tornando al caso in sé, Osvaldo ci è sembrato il classico colpevole estratto dal mazzo quando si vuole mostrare la faccia dura. Nei mitici spogliatoi, quelli esaltati dagli ‘uomini di calcio’ esistono logiche ben più gravi e mafiose di uno schiaffo. Lo hanno capito per primi i compagni in giallorosso, che hanno chiesto ed ottenuto che l’attaccante almeno non si allenasse da solo. Rimane il discorso di fondo, nostro chiodo fisso: le lezioni etiche vengono impartite solo ai calciatori. E dire che Osvaldo, se la memoria non ci inganna (nel caso ci verranno in soccorso i web-giuristi laureati all’università ‘Copia & Incolla’), non è stato condannato per associazione a delinquere.