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I gol dei baby e una rosa camaleontica: il Milan fa 101 punti, il ritorno in Champions per la lode
UNDICI MUTEVOLE - Già, perché continuità è una parola che l'undici titolare ha conosciuto solo relativamente in campo: una delle peculiarità della gestione Pioli è stata una quasi costante rotazione delle formazioni impiegate. Una scelta spesso dettata da contingenze, tra la ricerca di un assetto stabile e assenze date da infortuni e Covid: per 19 volte sulle 21 partite della seconda parte della stagione il tecnico ha cambiato l'undici titolare tra una gara e l'altra, un trend confermato gioco forza anche nel campionato corrente cambiando 24 volte in 26 giornate. Assenze e turnover, la costante di Pioli è stata la disposizione tattica che ha dato certezze al gruppo: quel 4-2-3-1 diventato un marchio di fabbrica, modulo assimilato dall'intera rosa e che ha permesso di mantenere il rendimento su livelli costanti almeno fino all'inizio di questo 2021.
BABY-GOL - Quello dei 101 punti però non è l'unico traguardo a far sorridere il Milan, che vede risposte positive anche per quanto riguarda la linea green tenuta sul mercato: i giovani danno il loro apporto anche in termini di bottino realizzativo. Leao e Brahim Diaz, Hauge e Saelemaekers fino a Kalulu e l'ultimo arrivato Dalot: sono sei i giocatori nati dopo l'1 gennaio 1999 mandati in rete dai rossoneri, come ricorda Opta sono almeno tre in più di ogni altra squadra in Serie A. Un ottimo segnale, che si innesta in un discorso più ampio di cooperativa del gol, se si considera che con Krunic e appunto Dalot sono saliti a 15 i marcatori del Diavolo in questo campionato. Numeri che permettono di sopportare, anche solo temporaneamente, l'assenza di un pezzo da novanta come Ibrahimovic o di un rinforzo che finora non ha dato apporto come Mandzukic.
ORA LA CHAMPIONS - 101 punti in tredici mesi, 15 marcatori diversi e 6 baby già in gol nella Serie A 2020/21. Segnali incoraggianti in vista del finale di campionato e del futuro, ma che non permettono a Pioli e al Milan di sedersi e rilassarsi perché dopo una prima promozione ora è caccia alla lode. E la lode ha un nome e un inno ben chiari: il ritorno in Champions League, coppa che i rossoneri non giocano dalla stagione 2013/14. Il tecnico e lo stesso Maldini hanno sottolineato più volte come la qualificazione alla massima competizione europea fosse un traguardo importante e da centrare per certificare il lavoro svolto nell'ultimo anno, l'avvio a singhiozzo del 2021 ha permesso alle varie rivali di riavvicinarsi e la corsa si fa ora più serrata che mai, specie considerando anche il prossimo doppio impegno di Europa League con il Manchester United che può togliere ulteriori energie a un gruppo che spera di recuperare presto qualche pezzo dall'infermeria. Tornare a sentire l'inno della Champions dopo sette anni: l'obiettivo del Milan, il prossimo traguardo per dare seguito a un anno da maturità piena.
@Albri_Fede90