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    I documenti della causa Boban-Milan, dalla lettera di licenziamento ai retroscena su Marcelino, Spalletti e Rangnick

    I documenti della causa Boban-Milan, dalla lettera di licenziamento ai retroscena su Marcelino, Spalletti e Rangnick

    Oltre 5 milioni, per l'esattezza 5,375. È la cifra che il Milan deve corrispondere a Zvonimir Boban, ex Cfo rossonero, che ha vinto la causa legale dopo il licenziamento per giusta causa in seguito all'intervista con La Gazzetta dello Sport dello scorso febbraio. 

    Al centro della vicenda c'è, inevitabilmente, il nome di Ralf Rangnick, allenatore-manager scelto da Gazidis per la stagione 2020/2021 prima della retromarcia di luglio. Dai documenti diffusi da Calcio e Finanza emerge la testimonianza di Paolo Maldini e Frederic Massara: i racconti sugli incontri con Marcelino e Spalletti e l'intera vicenda Rangnick, con le continue richieste di chiarimenti al CEO Gazidis. 

    IL CASTING ALLENATORE: MARCELINO - Nel documento si fa riferimento all'ottobre 2019, periodo in cui il Milan esonera Marco Giampaolo. Dalle carte si evince il racconto del ds Massara, che svela numerosi retroscena, partendo da Marcelino: "La settimana che precede di fatto l’esonero, che avviene dopo la partita di Genova che, se non ricordo male, è stata ai primi di ottobre, abbiamo avuto dei contatti con diversi allenatori. Potrei non essere precisissimo con riferimento ai giorni esatti. Nello specifico, per quanto è a mia conoscenza, siamo andati a contattare il signor Marcelino, questo incontro se non ricordo male è avvenuto a Zurigo, eravamo presenti io, Boban, Gazidis, e Giorgio Furlani". Paolo Maldini, invece, racconta: "C'è stato un incontro con l’ex allenatore del Valencia Marcelino, a Zurigo, al quale io non ho partecipato anche perché non avevamo ancora interrotto il rapporto con Giampaolo e non volevamo andare tutti per rendere la cosa troppo visibile alle persone, per cui io sono rimasto a Milano. Dell’incontro tra Furlani, Gazidis e Rangnick mi è stato detto telefonicamente ma sinceramente non ricordo da chi, se da Boban, da Massara o dallo stesso Gazidis. Ricordo comunque il contenuto della telefonata, e mi fu riferito che ci sarebbe stato un incontro con Rangnick, allenatore che io sinceramente non conoscevo e non era una figura alla quale io avrei pensato".

    LA VERITÀ SU RANGNICK - Racconta Massara: "Durante quella giornata lì sono stato informato dal signor Furlani che il giorno dopo, non ricordo esattamente se il giorno dopo o due giorni dopo, avrebbe incontrato assieme a Gazidis in Germania il signor Rangnik. Questo è l’unico riferimento che io ho avuto rispetto ad un incontro con Rangnick", mentre Maldini spiega: "Dell’incontro tra Furlani, Gazidis e Rangnick mi è stato detto telefonicamente ma sinceramente non ricordo da chi, se da Boban, da Massara o dallo stesso Gazidis. Ricordo comunque il contenuto della telefonata, e mi fu riferito che ci sarebbe stato un incontro con Rangnick, allenatore che io sinceramente non conoscevo e non era una figura alla quale io avrei pensato. Comunque era la settimana precedente all’esonero di Giampaolo per cui, pur non conoscendo il contenuto dell’incontro, ho ritenuto che fosse finalizzato alla ricerca del sostituto allenatore. Da questo momento in poi il nome di Rangnick non viene espressamente fuori da parte della proprietà nei nostri confronti anche perché, avendo sostituito Giampaolo con Pioli, la questione allenatore l’avevamo ormai risolta e non eravamo a conoscenza di ulteriori contatti tra la proprietà e questo allenatore. Successivamente, e parlo di luglio/agosto 2020, mi è stato detto che i contatti erano andati avanti, ricordo che la prima volta che mi è stato detto è stata in occasione di una videochiamata durante il lockdown nel giugno del 2020 tra me, Furlan e Gazidis.

    A mia espressa domanda, non ricordo quale dei due interlocutori, mi ha detto che si parlava di Rangnick quale allenatore, ma non come sostituto di Giampaolo che c’era già da ottobre ma quale eventuale sostituto di Pioli nella stagione 2020/2021. Sia ad ottobre che nei mesi successivi c’è stata sicuramente una richiesta di chiarimenti su quello che stava succedendo poiché attraverso tanti agenti ci veniva detto che i contatti stavano andando avanti ed addirittura che l’entourage di Rangnick stava organizzando la campagna acquisti dell’anno successivo. A questa richiesta di chiarimento la società non ha risposto, come ho già riferito la prima volta in cui ne ho personalmente parlato è stata nel giugno del 2020 Ribadisco che chiarimenti sulla figura e sui contatti con Rangnick li abbiamo chiesti periodicamente a Gazidis, si parlava molto mediaticamente di questo personaggio, tanto che io ho organizzato un’intervista con Sky a Febbraio nella quale ho detto che non era un profilo adatto a fare l’allenatore del Milan.

    L’ufficio mio e quello che era di Boban era assieme, era un ufficio unico, e a 10 metri c’era quello di Gazidis, che era frequentemente presente in questo ufficio, e poi andavamo alle partite insieme, per cui i contatti erano non dico giornalieri, ma dopo la delegittimazione di novembre i rapporti non erano idilliaci e la questione Rangnick non è mai stata affrontata a viso aperto, nel senso che noi volevamo sapere se la società aveva intenzione di prendere un allenatore anche perché essendo noi dell’area sportiva avremmo dovuto saperlo".

    L'INCONTRO CON SPALLETTI - Massara, infine, racconta anche l'incontro con Luciano Spalletti: "Abbiamo poi incontrato Spalletti, io il ricorrente e Paolo Maldini, abbiamo ritenuto che fosse un candidato molto autorevole benché molto oneroso ed abbiamo parlato con Gazidis, riferendo che poteva essere una soluzione per noi, Gazidis ha chiesto di incontrare Spalletti e siamo andati ad incontrarlo, io, Gazidis e Furlani a casa sua. Dopo l’incontro con Spalletti sono proseguiti i confronti tra Maldini Boban, me, Gazidis e Furlani in conference call, e si è giunti alla conclusione che non c’erano purtroppo le condizioni economiche per portare avanti la candidatura di Spalletti ed abbiamo ritenuto Pioli, del quale conoscevamo la disponibilità a venire ad allenare, il candidato migliore. Personalmente non ho mai ricevuto nessun feedback dell’incontro con Rangnick, devo però rimarcare che nella mia posizione io riferivo sempre a Maldini e Boban, che nell’organigramma erano i miei referenti, e quindi non avevo e non ho un contatto diretto con la proprietà, per cui non posso escludere che Maldini o Boban possano avere ricevuto un feedback".

    LA LETTERA DI LICENZIAMENTO - Questa, invece, l'integrale lettera di licenziamento inviata dal Milan a Zvonimir Boban, diffusa sempre da Calcio e Finanza: "Egregio Signor Boban,

    lo scorso 29 febbraio 2020, Lei ha rilasciato sulla “Gazzetta dello Sport” un’intervista (l’Intervista”, che Le alleghiamo alla presente) alla giornalista dott.ssa Alessandra Bocci.

    L’Intervista, intitolata “La Verità di Boban“, richiamata nella prima pagina del suddetto quotidiano e sviluppata nelle successive pagine, ha esordito con la Sua affermazione “Milan ora voglio chiarezza“.

    L’Intervista ha rappresentato, per i suoi contenuti – tutti a Lei riconducibili e da Lei mai smentiti – un evidente, gravissimo, immotivato e irragionevole Suo atto di accusa e di attacco nei confronti, al contempo, di A.C. Milan S.p.A. (la “Società”), della proprietà della Società (la “Proprietà), e dell’Amministratore Delegato (l’Amministratore Delegato”) della Società.

    Tale intervista, peraltro, è stata da Lei rilasciata senza preavvertire e, senza, tantomeno coordinarsi né con l’Amministratore Delegato né con i Manager della Società a presidio delle funzioni deputate al mantenimento dei rapporti con i media.

    Le riportiamo, di seguito, richiamando per il resto il testo integrale qui allegato, alcuni passaggi dell’Intervista:

    Lei ha confutato l’affermazione dell’Amministratore Delegato secondo cui “non esistono due anime nel Milan“, evidenziando che “Per come la vedo io, l’unità significa condivisione, l’unità è rispetto. Alla fine, la base di tutto è avere questo approccio, è l’unica via per poter lavorare e sentirsi bene“.

    Parlando di voci sul sig. Rangnick, Lei ha parlato di “evento destabilizzante” posto in essere dal Management della Società, evidenziando come “Non avvisarci è stato irrispettoso e inelegante. Non è da Milan. Almeno quello che ci ricordavamo fosse il Milan“;

    Lei ha delegittimato l’Amministratore Delegato (i.e. il Suo referente contrattuale “in termini di coordinamento … per quanto necessario per l’esecuzione delle attività di Sua competenza“), evidenziando di non ritenere più necessario un confronto con il medesimo, atteso che “Per il bene del Milan è necessario che il meeting con la proprietà avvenga al più presto“.

    Lei ha accusato la Proprietà di mancanza di chiarezza in relazione a budget ed obiettivi, dichiarando: “La proprietà deve essere chiara sia nei budget che negli obiettivi … al momento non sappiamo che margini avremo …

    Lei ha indirettamente sostenuto l’assenza di una intesa sulle strategie con la Proprietà e con l’Amministratore Delegato non prendendo posizione sulla relativa domanda formulataLe nell’Intervista.

    Lei ha di fatto sostenuto un’asserita “distanza” della Proprietà nella gestione della Società allorché ha affermato: “Noi sappiamo quanto sia importante avere un’identità milanese e italiana … Capiamo che a volte per le proprietà straniere sia difficile capirlo, ma è un passaggio fondamentale. Non si deve mai arrivare alla de-italianizzazione e de-milanizzazione, sarebbe veramente come perdere l’anima …".

    Le Sue affermazioni di cui sopra travalicano, consapevolmente, la soglia del rispetto della verità oggettiva e sono tali da arrecare gratuitamente un pregiudizio alla Società, alla Proprietà e all’Amministratore Delegato.

    Sul punto, non può considerarsi un’esimente il fatto che le determinazioni della Società, della Proprietà e dell’Amministratore Delegato possano contrastare con le Sue aspettative ovvero con Suoi desiderata individuali.

    Ciò, a maggior ragione, in considerazione del fatto che la Società, la Proprietà e l’Amministratore Delegato hanno sempre assicurato il fisiologico e corretto svolgimento dei rapporti con Lei.

    Tale Sua condotta, nel momento in cui recide il vincolo fiduciario essenziale per ogni rapporto, è anche in manifesta violazione di obbligazioni specificamente da Lei assunte in base al contratto vigente (il “Contratto”), il quale regola la nostra collaborazione. Il riferimento va, in particolare, all’art. 27, punti sub (i) e (ii), del Contratto.

    Peraltro, la gravità della Sue parole è indubbia, pure considerando l’eco che ha avuto l’Intervista in quanto ripresa, commentata ed analizzata dai principali media nazionali e le conseguenze negative sull’immagine della Società, della Proprietà e dell’Amministratore Delegato.

    Con la presente, pertanto, in ragione di quanto sopra e della Sua condotta inadempiente, Le comunichiamo il recesso dal Contratto per giusta causa, così risolvendolo, e, pertanto, con effetto immediato.

    Ci riserviamo, inoltre, avendo già conferito il relativo mandato, ogni azione, anche di natura risarcitoria, a tutela dei diritti della Società, della Proprietà, dell’Amministratore Delegato e del Management della Società, in ragione dei Suoi comportamenti.

    Da ultimo, Le chiediamo di prendere contatto con la dott.ssa Frigerio al fine di procedere alla riconsegna dei beni aziendali a Lei conferiti in ragione del Contratto.

    Distinti saluti".

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