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I debiti, la Superlega, il tetto salariale ridotto del 41,7% e la guerra alla Liga: perchè il Barça ha detto addio a Messi
IL DEBITO MONSTRE, LA SUPERLEGA E IL TETTO SALARIALE - Il vero problema è dettato dal debito monstre del Barcellona, che il club blaugrana aveva provato a eludere stipulando l'accordo per una Superlega europea con gli altri top club del Vecchio Continente, situazione che gli si è ritorta contro nel momento in cui è stato necessario andare a trattare con LaLiga: il vero ostacolo posto al tesseramento di Messi è dovuto al fatto che da alcuni anni la massima lega calcistica spagnola ha infatti previsto un tetto salariale per le formazioni di prima e seconda divisione, aggiornato annualmente in base a vari fattori.
IL TETTO DA 383 MILIONI DI EURO, -274 RISPETTO AL 2020: CALO DEL 41,7% - Questi sono le retribuzioni salariali, gli ammortamenti, i costi per i giocatori in prestito, le retribuzioni per cessioni di diritti d’immagine. La cifra del tetto viene concordata e stabilita da ogni società, che ha la facoltà di proporla all'autorità di convalida, la quale a sua volta può accettare o meno. Complice la crisi post-Covid, nell’ultimo aggiornamento molti club hanno dovuto pagare dazio: in primis proprio il Barcellona, che ha subito il più grosso abbassamento, dato che i catalani possono spendere al massimo 383 milioni di euro in stipendi, ovvero -274 rispetto all’anno precedente, con un crollo del 41,7 per cento.
LE MANCATE CESSIONI E LA GUERRA CON LALIGA - Un taglio netto contestato dal club, che però impedisce il rinnovo e la firma del nuovo contratto di Messi, anche qualora il Barcellona prometta di eliminare altre spese in futuro, dato che la società già a oggi sfora il tetto salariale e non ha alleggerito il proprio monte ingaggi con altre cessioni. Da qui l'impossibilità di stipulare un nuovo accordo con l'argentino. Non solo, il Barcellona, assieme al Real Madrid, si è apertamente schierato contro CVC, il fondo di investimento pronto ad immettere nelle casse della Liga due miliardi e 700 milioni di euro, in cambio del 10% dei profitti futuri del campionato spagnolo. Insomma, uno scontro politico a tutti gli effetti, che Laporta e i suoi hanno pagato con un prezzo altissimo.
@AleDigio89