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    I debiti, la Superlega, il tetto salariale ridotto del 41,7% e la guerra alla Liga: perchè il Barça ha detto addio a Messi

    I debiti, la Superlega, il tetto salariale ridotto del 41,7% e la guerra alla Liga: perchè il Barça ha detto addio a Messi

    • Alessandro Di Gioia
    La svolta epocale è arrivata in prima serata e ha lasciato tutti di stucco: Leo Messi dice addio al Barcellona. Con una nota apparsa sul proprio sito, il club blaugrana ha comunicato l'interruzione definitiva del rapporto con l'argentino, "a causa dei problemi economici del club e dell'impossibilità di trovare una soluzione per il suo tesseramento, in nome delle regole e dei parametri imposti dalla Liga". Sì, ma cosa significa? Proviamo a fare un po' di chiarezza in merito alle condizioni che hanno portato al doloroso addio, dopo 21 anni di storia assieme

    IL DEBITO MONSTRE, LA SUPERLEGA E IL TETTO SALARIALE - Il vero problema è dettato dal debito monstre del Barcellona, che il club blaugrana aveva provato a eludere stipulando l'accordo per una Superlega europea con gli altri top club del Vecchio Continente, situazione che gli si è ritorta contro nel momento in cui è stato necessario andare a trattare con LaLiga: il vero ostacolo posto al tesseramento di Messi è dovuto al fatto che da alcuni anni la massima lega calcistica spagnola ha infatti previsto un tetto salariale per le formazioni di prima e seconda divisione, aggiornato annualmente in base a vari fattori.

    IL TETTO DA 383 MILIONI DI EURO, -274 RISPETTO AL 2020: CALO DEL 41,7% - Questi sono le retribuzioni salariali, gli ammortamenti, i costi per i giocatori in prestito, le retribuzioni per cessioni di diritti d’immagine. La cifra del tetto viene concordata e stabilita da ogni società, che ha la facoltà di proporla all'autorità di convalida, la quale a sua volta può accettare o meno. Complice la crisi post-Covid, nell’ultimo aggiornamento molti club hanno dovuto pagare dazio: in primis proprio il Barcellona, che ha subito il più grosso abbassamento, dato che i catalani possono spendere al massimo 383 milioni di euro in stipendi, ovvero -274 rispetto all’anno precedente, con un crollo del 41,7 per cento. 

    LE MANCATE CESSIONI E LA GUERRA CON LALIGA - Un taglio netto contestato dal club, che però impedisce il rinnovo e la firma del nuovo contratto di Messi, anche qualora il Barcellona prometta di eliminare altre spese in futuro, dato che la società già a oggi sfora il tetto salariale e non ha alleggerito il proprio monte ingaggi con altre cessioni. Da qui l'impossibilità di stipulare un nuovo accordo con l'argentino. Non solo, il Barcellona, assieme al Real Madrid, si è apertamente schierato contro CVC, il fondo di investimento pronto ad immettere nelle casse della Liga due miliardi e 700 milioni di euro, in cambio del 10% dei profitti futuri del campionato spagnolo. Insomma, uno scontro politico a tutti gli effetti, che Laporta e i suoi hanno pagato con un prezzo altissimo.

    @AleDigio89

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