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I baby fenomeni li ha il Barcellona, la Juve dei giovani invece è ancora piccola piccola
NON SONO PRONTI – Il punto è che anche nelle parole dei suoi protagonisti, da Bonucci allo stesso Pirlo, viene fuori come quell'esperienza che fa la differenza in certi contesti sia stata proprio la vera mancanza della Juve. Se il Barcellona lancia ragazzini non ancora maggiorenni e questi rispondo presente, i giovanotti della Juve che hanno pur sempre tra i 20 e i 23 o 24 anni, invece fanno fatica. Si faranno, ma non sono pronti. E lo hanno dimostrato. Nelle piccole cose che poi fanno la differenza. In Italia è un craque Kulusevski, stasera è sparito alla pari dei big che non lo hanno aiutato di certo (su tutti Paulo Dybala). Mentre Chiesa ancora appare un pesce fuor d'acqua e Bentancur è solo l'ombra del giocatore fondamentale nell'ultimo biennio. Per Demiral più che un problema di personalità si tratta di un eccesso di foga, il rosso rimediato per un fallo oltre la metà campo è una leggerezza che non dovrebbe permettersi chi punta a rubare il posto ai totem della difesa bianconera. Arthur è entrato quando non c'era più partita, il suo vero limite per ora è stato quello di non aver ancora convinto Pirlo, che forse non a caso lo ha inserito nel gruppone dei giovani inesperti nelle dichiarazioni di fine partita. In tutto ce n'è per circa 200 milioni, di ragazzi che dovrebbero rappresentare la nuova generazione della Juve insieme a Matthijs de Ligt. L'emergenza li ha resi subito fondamentali, a parte qualche lampo non sono ancora stati decisivi come avrebbero dovuto. Avranno ancora tanto tempo a disposizione, nessuna bocciatura è in atto. Ma meno tempo ci metteranno e più saranno da Juve. O non lo saranno.