1. IL TITOLO DI CAPOCANNONIERE - Dopo gli inizi a Piacenza, i prestiti a Verona e Leffe, e l’arrivo a Parma, nell'estate del 1996 passa all'Atalanta di Ivan Ruggeri e Maurizio Radici; quest'ultimo era già stato presidente del Leffe nel periodo in cui il centravanti ne aveva difeso i colori. Si aggiudica, primo atalantino a riuscire nell'impresa, il titolo di capocannoniere del campionato di Serie A 1996-1997 con 24 marcature, andando a segno contro 15 delle 17 squadre rivali: eguaglia così, dal punto di vista numerico, il primato di Platini, che nel 1983-1984 marcò almeno una rete ad altrettante avversarie (in un torneo, però, con 16 partecipanti).

2. IL PRIMO SCUDETTO – Altro anno, altro trasferimento, con la Juventus che lo preleva da Bergamo per 20 miliardi delle vecchie lire nell’estate 1997. L’accoppiata con Del Piero porta in dote il primo scudetto della carriera di Super Pippo, un campionato vinto alla penultima giornata grazie ad una sua tripletta inflitta al Bologna.

3. LA PRIMA CHAMPIONS – 4 anni in bianconero, prima di trasferirsi a Milano, sponda rossonera, per 70 miliardi di lire nel 2001. È l’inizio di una grande storia d’amore con il Milan. Il 28 maggio 2003, in quel di Manchester, all’Old Trafford, arriva la prima Champions League, vinta ai rigori nella storica finale tutta italiana contro la Juventus. Solo un miracolo di Buffon gli negherà, in quel caso, di incidere sul risultato. Poco male, c’è un’altra storia che lo aspetta.

4. ITALIA CAMPIONE DEL MONDO – L’estate di Calciopoli, degli scandali, della giustizia sportiva e delle penalizzazioni. Ma anche la magica estate italiana che riporta la Nazionale sulla vetta del calcio internazionale in quel 9 luglio 2006. La maglia numero 9, in questo caso, è sulle spalle di Toni ma Super Pippo, con il suo 18, garantirà il passaggio agli ottavi di finale grazie alla sua rete contro la Repubblica Ceca. La corsa con Simone Barone è ancora storia.

5. LA VENDETTA CONTRO IL LIVERPOOL – Sono gli anni del leggendario Milan di Ancelotti, un Milan che, in quel 23 maggio 2007, affronterà nuovamente il Liverpool in finale di Champions, due anni dopo la clamorosa rimonta di Istanbul. Inzaghi è decisivo: doppietta (deviazione su punizione di Pirlo dal limite a fine primo tempo e rete decisiva su assist di Kakà) e man of the match. È il punto più alto della carriera di Super Pippo, non solo in rossonero. Una carriera che regalerà ancora emozioni.

6. 70 IN EUROPA – 3 novembre 2010, Milan-Real Madrid, fase a gironi della Champions League. “Il Milan può giocare anche con sei attaccanti. Basta che non giochi Inzaghi, lui mi fa paura più di tutti” diceva Mourinho alla vigilia di quella partita. Fu profetico. Entra e fa ciò che gli è sempre venuto bene: segnare. Doppietta, raggiunta quota 70 nelle competizioni europee per club. Raul e Gerd Muller. In un’epoca ancora non segnata da Cristiano Ronaldo e Messi, l’extraterrestre era Pippo Inzaghi, primatista, quel giorno, di reti segnate nelle competizioni UEFA.

7. L’ULTIMO BACIO – 13 maggio 2012, Milan-Novara, ultima di campionato. San Siro si appresta a salutare i suoi senatori (da Seedorf a Nesta, passando per Gattuso) ma il Meazza è tutto per lui, alla sua 300ª presenza in rossonero. Entra, Nesta – inserito da mediano per quel match – serve Seedorf che inventa un esterno in profondità per Super Pippo, scattato sul filo del fuorigioco. È l’ultimo gol di Inzaghi nel calcio professionistico, l’ultimo bacio all’amata maglia, sotto la sua gente, con la sua gente. È la parola fine a una carriera meravigliosa.

8. LA PROMOZIONE A VENEZIA – Dopo il ritiro, Inzaghi comincia ad allenare. Allievi Nazionali, Primavera e Prima squadra del Milan. Nel 2016 sceglie il Venezia, in Serie C. Un’annata storica che si conclude con la vittoria del campionato, della Coppa Italia Lega Pro e la conquista della Serie B. L’anno successivo sfiora la promozione back to back, venendo eliminato nella semifinale playoff dal Palermo.

9. LA FAVOLA BENEVENTO – Dopo la parentesi a Bologna, nell’estate del 2019 scende nuovamente in B per guidare il Benevento. Dopo una stagione condotta saldamente al primo posto della classifica, battendo numerosi record per la categoria (promozione con maggiore anticipo sulla fine del campionato, numero di punti nella B a 20 squadre, miglior attacco e difesa) la squadra campana ottiene, con sette turni di anticipo (record per la categoria), il 29 giugno 2020, l'aritmetica promozione in Serie A da capolista (la seconda della sua storia), vincendo la Coppa Ali della Vittoria. Termina il campionato con sole 4 sconfitte in 38 partite e un distacco di 18 punti sul Crotone, secondo.