I 50 anni del Cholo: l'eroe di Inter e Lazio diventato leggenda con il suo Atletico 'sporco e cattivo'
Lo è da quel lontano 1990, quando l'intuizione di Romeo Anconetani portò al Pisa per un miliardo e mezzo un promettente centrocampista del Velez che segnava tanto ma faceva del recuperare palloni la propria passione. Il primo passaggio non fu entusiasmante, ma l'Italia era nel suo destino. Cinque anni in Spagna per diventare grande, tra Siviglia e Atletico passando per i successi con la Seleccion, prima della consacrazione definitiva in Serie A. L'Inter gli ha regalato la Coppa Uefa, ma è nella Capitale che è diventato eroe: lo scudetto del 2000 e la clamorosa rimonta sulla Juventus hanno il suo volto, quello che urla di rabbia e gioia dopo il gol che decide lo scontro diretto a Torino. Idolo mai dimenticato di quella Lazio che ora prova a ricucirsi sul petto quello scudetto lontano vent'anni.
Ma la leggenda di Simeone, doveva ancora cominciare: il Cholismo, l'antitesi pura in un mondo votato al Guardiolismo e all'estetica del pallone. Chi ha in mente i primi successi tra Estudiantes e River Plate. Chi ha ancora negli occhi i sei mesi a passo di tango del suo catania. Ma chi pensa al Simeone allenatore, ha in mente soprattutto il suo Atletico Madrid: vincente, a modo suo. Brutti, sporchi e cattivi, tanti gli appellativi che hanno accompagnato i Colchoneros da quel lontano dicembre 2011 in cui il Cholo ha preso la panchina biancorossa. Ma a Simeone questo non è mai importato, perché da allora i suoi sono sempre stati protagonisti in casa e fuori. E i numeri, parlano per Simeone: la conquista del decimo titolo nazionale vinto in faccia al Barcellona del Tata Martino, una Coppa del Re, una Supercoppa di Spagna. La vera consacrazione dei guastafeste però, è fuori dai confini iberici: l'Europa League vinta al primo anno e bissata nel 2018, con le annesse Supercoppe Europee, le due finali di Champions perse dolorosamente contro il Real di Cristiano Ronaldo. E anche quest'anno, capace di eliminare il Liverpool campione in carica contro ogni pronostico. Brutti, sporchi e cattivi sì, ma a loro modo indiscutibilmente vincenti: un po' come quei Detroit Pistons che negli anni '80 sconvolgevano l'NBA ed erano in grado anche di spegnere la luce del primo Michael Jordan, quel Jordan già destinato a diventare il più grande di tutti i tempi. Perché lo sport non è solo dei Guardiola, dei Phil Jackson, del bel gioco come via per il successo. Gli anti-eroi insegnano, c'è un'altra strada verso la gloria, fatta di sudore, grinta e impegno costante: e nel calcio, nessuno ha saputo tracciarne una migliore del Cholo Simeone.