Hubner a CM: 'Ecco i miei attaccanti preferiti, ma quando guardo la Serie A soffro'
Da ex centravanti di serie A, che idea ti sei fatto di questo campionato? Lo trovi agonisticamente e tecnicamente valido? “Ci si diverte un po’ di più nel guardarlo, c’è un finale da scrivere e le otto giornate che mancano da qui alla fine saranno vibranti. La rimonta della Juventus è stata spaventosa ma il Napoli continua a tener botta. Merita particolare attenzione anche la Roma, con Spalletti si è ritrovata mentre la delusione arriva dalle milanesi. Da squadre così blasonate era lecito aspettarsi qualcosina in più”.
Ci sono giocatori della nostra serie A che ancora ti entusiasmano, che ti spingono da osservatore o da semplice appassionato a guardare una partita di calcio in tv o allo stadio? “Seguo tantissimo il calcio, vedo spesso le gare in tv. Mi fa impazzire Bacca, lo trovo fortissimo, stimo molto anche Salah. Il problema è che sono tutti stranieri, prima ti capitava di innamorarti di uno Zambrotta o di un Pirlo mentre adesso non succede più perché gli italiani son sempre meno. Questo è un bel problema”.
E anche la nazionale sembra patire il medesimo problema: c’è un deficit di talento oppure bisognerebbe investire di più nei vivai?
“Di giovani bravi ce ne sono ma non tutte le società sono disposte a scommetterci. Ai miei tempi il Brescia, così come tante altre società, sfornava talenti a iosa e aveva il coraggio di proporli sul grande palcoscenico, nonostante l’inesperienza. I ragazzi, per crescere, hanno bisogno di giocare, solo così possono essere valutati. Penso con amarezza al torneo di Viareggio: la Juventus aveva nove stranieri in campo. Come possiamo pensare, partendo da questo dato, di riuscire a valorizzare i nostri ragazzi?”.
Come si concluderà il duello Juve-Napoli?
“Vedo i bianconeri nettamente favoriti. Se fossero riusciti a qualificarsi per i quarti di Champions avrebbero potuto pagare dazio in campionato ma adesso saranno concentrati su un solo obiettivo e per il Napoli sarà molto difficile recuperare quei tre punti di svantaggio”.
Il tuo rapporto col mondo del calcio è ancora vivo?
“Continuo ad allenarmi, ma son passato dal campo da calcio a quello da tennis, è più piccolo e fatico meno (ride, ndr). E alleno la juniores del Ciliverghe, vicino casa mia. Mi diverto e vedo crescere i ragazzi”.