Calciomercato.com

  • AFP/Getty Images
    Les Herbiers, dalla terza serie alla finale di coppa col PSG. L'allenatore di origini sarde: 'Tifo Italia e Juventus'

    Les Herbiers, dalla terza serie alla finale di coppa col PSG. L'allenatore di origini sarde: 'Tifo Italia e Juventus'

    La favola degli Herbiers, squadra di terza divisione, che il prossimo 8 maggio giocherà la finale della coppa di Francia contro i campioni del Paris Saint-Germain. L'allenatore Stephane Masala, 41 anni di origini sarde, ha dichiarato in un'intervista a La Stampa: "Mio papà era arrivato in Francia all'età di 16 anni, ma con noi non ha mai parlato italiano. L'ho imparato d'estate, in vacanza dalla nonna. Dal punto di vista calcistico, comunque, sono cresciuto guardando le partite della Serie A e della Nazionale italiana". 

    "Al Mondiale 1982 mio padre registrò su un vecchio videoregistratore le partite dell'Italia. E io ancora oggi le conosco a memoria, soprattutto quella contro il Brasile o il 3 a 1 della finale con la Germania. Anni dopo, quando ero giocatore, prima della partita, guardavo video di calcio italiano per gasarmi. Il mio stile di gioco è italiano, lavoro molto sulla tattica e sulla strategia perché ogni situazione ha una risposta. Qui in Francia l'approccio è molto più individualistico. Anche per la nazionale, puoi avere dei talenti eccezionali, ma farli giocare insieme è sempre un problema. Da voi c'è un rispetto del mister che da noi manca. In Italia il tecnico può anche stare tutta una partita a non dire nulla ai giocatori, c'è stato tutto un lavoro prima". 

    "Un Mondiale senza l'Italia è stato uno choc per me, non so neanche se lo guarderò. In genere a casa faccio vestire i miei figli in verde, bianco e rosso quando gioca l'Italia e come suoneria del cellulare ho l'inno di Mameli. Nel 2006 andai a Berlino a vedere la finale con la Francia e tifavo per l'Italia, ovviamente. Con lo stesso entusiasmo tifo per la Juve. Prima dei rigori contro il Lens ho mostrato sull'ipad al mio portiere Pichot un video con le parate di Buffon. E anche l'abbraccio fra lui e Fabien Barthez, proprio a Berlino, nel 2006. Lo volevo scuotere. Io mi emoziono ogni volta che vedo quelle immagini. Mi interessa molto il 'metodo castello' applicato da Massimo De Paoli nelle giovanili del Brescia. Ma sono anche un grande ammiratore della tecnica offensiva di Maurizio Sarri nel Napoli". 

    "Fino alla fine del 2017 ero solo il vice allenatore, in quel momento i dirigenti della società hanno licenziato il titolare, con cui lavoravo da una decina d'anni, Frederic Reculeau, perché non ne erano soddisfatti, eravamo in fondo alla classifica. Dovevo restare per due domeniche, giusto il tempo di trovare un sostituto. Ma sono riuscito a risollevare le sorti della squadra. E, contro le aspettative di tutti, ad andare avanti sulla strada della Coupe de France. In semifinale abbiamo sconfitto un altro outsider, lo Chambly, squadra creata da una famiglia di immigrati italiani appassionati di calcio: i Luzi, originari delle Marche. Che hanno l'Inter come riferimento, perfino i colori sono nerazzurri. In ogni caso, è stata una bella partita e molto italiana. Anche loro sono molto tattici". 
     

    Altre Notizie