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    Hellasmania: Verona irrisolto? Ma no, conta salvarsi

    Hellasmania: Verona irrisolto? Ma no, conta salvarsi

    • Adriano Ancona
    Fare peggio del campionato scorso, quanto a gol subiti? Siamo sulla buona (si fa per dire...) strada. Ne mancano 17 e questo Verona – a prescindere dai risultati e da un obiettivo che non sfuggirà di mano – ha troppo spesso imbandito la tavola per mandare a segno gli avversari. Certo, un anno fa le lacune si accettavano molto più di buon grado, perché c'era un sogno chiamato Europa League. E quella mentalità molto zemaniana non dispiaceva per niente.

    Ora lo scenario cambia, perché con un Marquez in più nel motore le gaffe dovrebbero essere ridotte. Ma l'Hellas è questo, prendere o lasciare. Chiaro, il concetto è portato all'esasperazione se per paradigma prendiamo i novanta minuti col Cesena. Quella è stata una centrifuga in cui ha potuto infilarsi anche la doppietta di Toni. Di questo passo, Luca arriverà sparato oltre i venti gol dell'anno scorso. C'è tempo e modo per togliersi anche lo sfizio personale, da parte del goleador numero uno del 2015 in serie A: già, i numeri dicono questo. In una stagione che, a conti, fatti, può ricalcare quella passata. Per Toni e anche per l'Hellas.

    La difesa, dunque. Quella che domani sera contro l'Inter rimetterà Rafa Marquez a montare la guardia. Dopo quattro partite senza il messicano, Mandorlini torna alle gerarchie iniziali. Almeno questa è l'impressione. Fare tre punti, invece, per il Verona non è uno sfizio: battere i nerazzurri, meno utopia di quel che può sembrare, vorrebbe dire chiamarsi fuori una volta per tutte dal discorso salvezza. Tornando ad essere belli di notte.
     

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