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    Hellasmania: per salvarsi così non basta.

    Hellasmania: per salvarsi così non basta.

    • Alessandro RIghelli
    Primo scontro salvezza, primo rammarico. Contro lo Spezia si può riassumere il tutto con queste poche parole, che però racchiudono ben altro. Andiamo subito al dunque allora e cerchiamo di analizzare come il Verona sta affrontando questo filotto di partite a dir poco cruciali per l'intera stagione e ovviamente per il capitolo salvezza. La partita del Picco è stata, possiamo dirlo, a dir poco sotto tono. Certo, i gialloblù hanno provato a trovare il gol e se quella mala conclusione di Kallon (a proposito: come ha fatto a sbagliare?) fosse entrata, forse staremmo a parlare di altro. La storia però non si fa ne con i se ne con i ma, quindi guardiamo la realtà e basta. E la realtà cosa ci mostra? Un Verona che è leggermente calato sotto l'aspetto fisico, ma che più di altro ha un'enorme difficoltà a creare serie azioni pericolose agli avversari. 

    Certamente questo è un problema che ci si trascina oramai da tantissimo tempo, ma che con l'arrivo di Djuric e di Ngonge sembra quantomeno migliorato. Purtroppo però, la sfortuna generale vuole che questi due giocatori siano "ai box" e la squadra ne risente terribilmente. Questo fatto è aggravato maggiormente dalle occasioni sprecate, perché se non sfrutti le poche vere azioni da gol, il tutto si ritorce a tuo sfavore. Il calcio è semplice, lo sappiamo. Vince e fa punti (e quindi si salva) chi segna di più dell'avversario e questo i giocatori devono assolutamente stamparselo nella mente. Cosa serve quindi? Coraggio. Molto più coraggio e cattiveria. Le salvezze si trovano solo in questo modo. Ricordiamo tutti la Salernitana dello scorso campionato giusto? Ogni volta che entrava in campo, sudava sangue, metaforicamente parlando, e aggrediva la partita per tutti i 90' minuti. Era scritto negli occhi dei giocatori che quello che volevano era salvarsi.

    Per ora nella compagine gialloblù non si vede tutto ciò. I giocatori si impegnano certo, ma questo non è più il momento di svolgere il compitino assegnato e basta. Ci vuole qualcosa di più, anzi molto di più. La squadra a livello tecnico non sarà eccelsa, ma ha tutte le carte per salvarsi, soprattutto se la compariamo con le dirette avversarie. Quello che manca sta tutto nella testa, nel carattere. L'allenatore gioca un ruolo fondamentale ora, perché non solo deve lavorare sul campo, ma soprattutto sulla mente di ogni singolo giocatore. Solo così l'obiettivo sarà raggiungibile. Al contrario, avremo una lista di gare come questa, tanti rammarichi, fino alla delusione più cocente.  

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