Hellasmania: pausa di riflessione
Verona in ritiro. Decisione a caldo, forse perchè la più immediata quando scatta il connubio tra impegni ravvicinati e rendimento in netto calo. A riscoprirsi fragili i gialloblu sono arrivati per grado: da un Marassi all'altro, per tracciare il solco sulla parentesi negativa. Il Genoa aveva prodotto il primo tuono contro l'Hellas in gare alla portata, a chiudere (forse) il cerchio delle delusioni ecco lo stesso scenario, ma contro la Sampdoria, che sigilla l'eliminazione dalla Coppa Italia.
Che il Verona si fosse imborghesito, pensando a qualche passaggio comunque significativo di questo avvio, rischiava di essere un'arma a doppio taglio. A testa alta con tutti, su questo non c'è dubbio. Ma forse a quei 22 punti cui si è arrivati dopo la vittoria sul Cagliari è stata data una lettura di un certo tipo. E poi ci sono certezze che così granitiche non sembrano, dopo lo sberlone preso a Genova: le seconde linee nella truppa di Mandorlini hanno ben altro spessore, rispetto a chi ha tirato la carretta finora. Da rivedere il concetto che questa squadra possa avere, ad esclusione dei titolari, un'altra batteria in grado di reggere l'urto senza problemi.
Detto questo, sono ancora lontane le inquietudini dell'ultima stagione in A, che segnò il crollo verticale dell'Hellas dopo un girone d'andata meraviglioso. Quello succede una volta nella vita, un po' come lo scudetto. Curiosità: contro le ex squadre di Luca Toni, in campionato il Verona ha sempre perso. Roma, Juventus, Genoa e Fiorentina hanno portato con sè la regolarità delle cadute gialloblu.