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    Hellasmania: navigare a vista

    Hellasmania: navigare a vista

    • Adriano Ancona
    Il carattere non fa difetto, questa è la risposta migliore. La sottolineatura di Maurizio Setti, a caldo, è anche per dire che il Verona si sente a posto. In quel limbo che, per forza di cose, è diventato l'autunno gialloblu. Tra certezze per fortuna non incrinate e una realistica presa di coscienza. Il presidente ha parlato di un Hellas migliore rispetto all'anno scorso, Toni invece respinge al mittente ogni confronto col recente passato. Miscelare il tutto. Quello che preoccupa, adesso, non sono i limiti strutturali.

    La fase difensiva, da costruire del tutto nella passata stagione, sbatte spesso e volentieri il muso contro lacune e svarioni. Magari non cambierà la sostanza – alla stessa giornata di un anno fa i gialloblu avevano preso 16 reti contro le 15 attuali – semmai Mandorlini può aprirsi a una lettura diversa della situazione. Delle prime 14 squadre (quasi una linea di demarcazione con la zona calda in chiave salvezza), l'Hellas è quella che ha incassato più gol. Se giovedì sera, a un certo punto, si è avuta l'impressione che il Verona potesse rimetterla in piedi, va tutto ricondotto allo strato di personalità che da qualche parte esiste ancora.

    Il fatto che a Cesena si vada con un carico di assenze è soltanto la prova del nove. Laddove l'avversario è, forse davvero per la prima volta quest'anno, quello giusto per decidersi a spalancare gli occhi della tigre. Le tre sconfitte consecutive dei romagnoli sono abbastanza per conferire al Verona quella verve di partenza verso la missione tre punti. Tris di passi falsi che i gialloblu, invece, hanno appena evitato. Come a dire, tutto sul sottile filo dell'equilibrio. Di questo, l'Hellas se n'è già accorto.
     

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