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  • Hellasmania: Mandorlini e il destino

    Hellasmania: Mandorlini e il destino

    Ricordi agrodolci. Roba da mettere insieme pezzi di una storia che, almeno se circoscritta alla passata stagione, ha avuto il lieto fine. Meglio fermarsi al Verona e a quella che è stata una vera escalation. Il fatto è che non sempre tutto quadra come deve. E la storia di un'uscita di scena, temporanea ma che forse gli ha fatto bene, lega a doppio filo Andrea Mandorlini e il Livorno, avversari al Bentegodi tra poche ore.

    Provocazioni, frasi forti, burrasca. Tutto da seppellire in nome di quel fair-play imposto all'allenatore del Verona dopo gli episodi dei mesi scorsi. Problematiche riconducibili a quando Mandorlini guidava lo Spezia. Ma veniamo a noi: nel momento in cui su di lui si abbattè la mannaia di una squalifica pesante - anche se le partite saltate furono quattro - l'Hellas non navigava troppo bene. E qualche scricchiolio si iniziava a sentire, per la sua panchina. Pausa di riflessione, almeno dal campo, che servì a sgombrare le idee di chi con Mandorlini non nutriva propriamente un feeling.

    Mettiamoci pure che quel comportamento sanguigno implicava, se non problemi, quantomeno un filo di imbarazzo. Tutto da evitare visto che arrivava in parallelo con i cori su Morosini, che hanno dato al Verona la peggiore immagine possibile. In sostanza, qualche passo falso - inteso come risultati - poteva costare al tecnico romagnolo. Ma tutto è bene quel che finisce bene. E ora più che mai si viaggia consapevoli che quello con Mandorlini è un binomio di valore.

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