Un ciclo in piena regola, che più vincente non si può. Domani si raggiungerà la cifra tonda: tre, il numero perfetto che ricalca la sintonia tra Andrea Mandorlini ed il Verona. Un traguardo che viene tagliato nel momento migliore, vista la classifica vertiginosa e tutte le credenziali positive chiamate a sé dai gialloblu. Riavvolgere il nastro sui tre anni in cui l'allenatore ha messo la sua firma su questa metamorfosi non fa che amplificare tutto, derubricandolo a prodigio.

L'Hellas in ottime mani, così come lo aveva messo il compianto Martinelli. E uscito, poco a poco, da una spirale di cattivi pensieri. La forza del gruppo che viene da lontano, ha più volte sentenziato Mandorlini. Decisivi allora – ai tempi della Lega Pro – e ugualmente all'altezza in serie A: Rafael, Maietta, Hallfredsson, Gomez, più il carismatico timoniere che ha sconfitto anche i tempi di burrasca. E quando quel suo istinto un po' così rischiava di portarlo fuori strada, si è rimesso in carreggiata per il bene del Verona. I risultati lo incoronano.

Il paragone con Osvaldo Bagnoli? Non tanto perchè si percepisce un alone di magia che ha eguali solo all'anno dello scudetto. Parlano i numeri, elevando Mandorlini a secondo allenatore più longevo nella storia del Verona. Massimo Ficcadenti si era fermato a due anni e mezzo, in serie B, mentre anche Valcareggi ha fatto tre anni ma non potrà che essere superato dal tecnico romagnolo, che quantomeno terminerà qui la stagione. Con quale traguardo è meglio chiederselo all'interno della fabbrica di sogni che si è costruito.