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Hellasmania: il vero 'maestro' ieri sera è stato lui: Ivan Juric!
Tutti noi gialloblù abbiamo imparato oramai a capire le grandi qualità tattiche nel nostro allenatore e ciò che forse più piace di lui è quel carattere che infonde alla squadra anche nelle sfide che sembrano impossibili. L'esaltazione che trae da queste partite è la stessa che hanno i grandi tecnici di livello mondiale e la voglia di non mollare mai è ciò che più si rispecchia nelle prestazioni di questa squadra. La Juventus ieri sera è partita assai bene, come ci si poteva aspettare, e l'Hellas ha impiegato almeno un tempo a trovare il giusto ritmo e ad uscire con continuità dalla propria fase difensiva. Quello che c'è da sottolineare però è che anche nei momenti di maggior pressione dei campioni della Juve, non si percepiva il panico o la paura, al contrario i gialloblù dimostravano sempre quella freddezza e soprattutto quella concentrazione che ha permesso di mantenere la porta inviolata.
La difesa si è aperta con una disattenzione della difesa e il gol di Ronaldo, ma come nelle più grandi squadre, questo è stata la scintilla per accendere finalmente la partita da parte dell'Hellas. Juric lo ha intuito immediatamente e per dimostrare ai suoi che nulla era perduto, ha fatto quella mossa che ti cambia una gara intera: Lazovic entra in campo e spacca la partita. La tattica del tecnico ha dato i suoi frutti e la squadra ha beneficiato sin da subito della freschetta del centrocampista serbo, tenuto in panchina sino a quel momento in modo consapevole, al fine di garantire almeno una mezzora a pieno ritmo da parte del giocatore. Juric è proprio in questo momento che supera il suo collega, perché legge la gara in modo magistrale ed il risultato finale gli dà ragione, soprattutto se dobbiamo contare che il secondo tempo tempo è stato praticamente quasi tutto in mano ai gialloblù con un bel rammarico nel finale per una seconda rete sfiorata da Barak su calcio d'angolo.
Onore quindi, ancora una volta, al nostro "maestro" Juric, che almeno per questa partita, ha dimostrato di poter salire in cattedra e lasciare da una parte il proprio collega.