#HarryPotter20: Quaresma, Iniesta, Mou e il mago di Hogwarts nel pallone
'NON SONO HARRY POTTER' - Nei campi di calcio solo un giocatore è stato soprannominato Harry Potter. Messi? No. Ronaldo? No. Quaresma? Sì, il Trivela, il bidone dell'Inter, chiamato Harry Potter ai tempi dello Sporting Lisbona per le magie che faceva nel rettangolo di gioco con un pallone come bacchetta magica. Ora al Besiktas, era uno dei pupilli di José Mourinho, quello che "Non è pirla" ma neanche Harry Potter. "Non sono critico, arrabbiato o deluso: non è la rosa dei miei sogni ma è la realtà, e poi gli obiettivi della squadra verranno adattati alla realtà. Ma non posso chiedere di più al presidente: lavorerò di più, ma non posso fare miracoli. Non sono Merlino o Harry Potter". Il manager del Manchester United ha fatto una piccola magia, vincendo l'Europa League nella città, Manchester, dove, nel 1990, doveva trasferirsi J. K. Rowling. E nel 1990 è nata l'idea di quel mago con "la cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta".
ALTRE "ISPIRAZIONI" - Anche Luis Enrique, in una conferenza stampa, ai tempi di Roma, ha dichiarato: "Non sono mica Harry Potter". Per l'attuale tecnico del Barcellona, però, un Harry Potter in tacchetti esiste: si tratta Don Andres Iniesta. Ed effetivamente, il numero 8 ha colpi che neanche il Cacciatore di quidditch più in forma... Anche a Napoli si è visto un maghetto: Lavezzi, nel 2011, stampato sul calendario azzurro, con il Pocho nella versione del piccolo mago. Non solo Harry, però: anche il suo nemico è stato accostato al calcio. L'incubo del protagonista era Lord Voldemort, lo Zinedine Zidane del mondo dei maghi, incubo della Vecchia Signora. Ah sì, poi c'è Neville Paciok, impacciato e fifone nel primo libro, un po' come O Mago, Maicosuel. Ma questa è un'altra storia...
@AngeTaglieri88