Getty Images
Handanovic: 'L'Inter fa di nuovo paura. La fascia dopo Icardi? Leggera. Grazie a Conte. Onana? Io sto ancora bene. Futuro, Champions e gli errori... '
PERSONALITA’ - “Lei sa chi è Mikhail Tal? Uno scacchista conosciuto non tanto per i titoli vinti, ma per il suo gioco e per come si applicava per ottenere risultati. Charles Bukowski invece dovrebbe sapere chi è. Ecco a volte mi sento il Bukowski dei portieri… Non bevo, non fumo, ma come lui sono un tipo diretto che se deve dire una cosa a qualcuno vado dritto”.
DIFFICOLTA’ - “La fascia da capitano e lo scudetto sono due master. La laurea è arrivata vivendo i difficili momenti di transizione che ha vissuto questa società in questi anni. E’ stato un percorso di crescita ed era difficile prevedere quanto sarebbe durato”.
LA FASCIA - “Cos’ho provato? Mi sono sentito leggero, nonostante la responsabilità che provavo indossando la fascia. Una fascia che pesa perché noi possiamo scrivere solo qualche pagina, ma l’Inter rimane nella storia”.
MENTALITA’ - “In questi anni abbiamo costruito un certo tipo di mentalità che non può essere dimenticata solo perché due giocatori forti sono andati via. L’Inter ha vinto il triplete dopo che Ibrahimovic è andato via. La Lazio lo scudetto dopo l’addio di Vieri. Questo conferma che è il gruppo che ti fa remare avanti e che non bisogna dipendere da uno due giocatori”.
AVVERSARI - “Ci guardano in modo diverso da 2-3 anni. Chi gioca percepisce di trovarsi contro una squadra forte. Accadeva a me quando giocavo nell’Udinese contro l’Inter. Oggi accade lo stesso agli altri quando ci affrontano”.
SPOGLIATOIO - “Quando mi giro nello spogliatoio vedo tanti giocatori forti e professionisti seri. Questa è una squadra che può e deve continuare a vincere. Non so se siamo più o meno forti dell’anno scorso, sicuramente siamo più completi e c’è più esperienza”.
DELUSIONI CHAMPIONS - “Non serve aggiungere altro, cerchiamo di dimostrare in campo cosa ci hanno lasciato tutte quelle delusioni”.
GLI ERRORI - “Ci vuole un po’ per metabolizzare errori e sconfitte, ma tutto dovrà essere fatto nel modo giusto. Se sbagli vuol dire che sei vivo. A 37 anni non mi deve spiegare nessuno quando sbaglio, so di averlo fatto. Se dopo l’errore vinci è meglio”.
CONTE - “Noi giocatori dobbiamo soltanto ringraziarlo, anche se sono stati due anni impegnativi. Quello che mi ha colpito di più è la mentalità che ha portato e su questo credo che abbiamo fatto il passo più grande. Conte è uno che si emoziona quando parla alle sue squadre e sa sempre il momento giusto per farlo”.
ONANA - "Fa parte del gioco, son cose che succedono dappertutto e con tutti, poi è normale: mi sento ancora bene e mi diverto, vivo per il calcio, la mia passione. Ora penso all'oggi, poi vedremo. L'importante è che l'Inter raggiunga i suoi obiettivi"