Hamsik alla Pirlo: la scommessa di Ancelotti per scacciare l'ombra di Sarri
Silenziate le sirene cinesi, lo slovacco - a 31 anni, ma non è mai troppo tardi - ha già dato la disponibilità a Carlo ed è pronto a rimettersi in gioco. L’entusiamo c’è, la voglia pure. Cambiando ruolo, rendendosi funzionale ad un progetto tattico che - dopo la partenza di Jorginho - lamenta un’assenza pesante e pensante in mezzo al campo. La mutazione di Hamsik da interno a regista classico può ricordare il percorso di Andrea Pirlo, anche se il bresciano - all’epoca della trasformazione - era di dieci anni più giovane (ma aveva comunque un’identità marcata, visto che tutti lo consideravano un trequartista puro in appoggio alle punte). Fu Mazzone ad inventare - ai tempi di Brescia - una nuova posizione in campo per un ragazzo ricchissimo di talento ma ancora sfumato nei contorni di una classe comunque limpidissima, ma fu un altro Carlo - Ancelotti appunto - ad esaltare Pirlo, piazzandolo al centro del progetto-Milan e contribuendo a (ri)costruire un fuoriclasse di caratura internazionale, uno dei tre-quattro italiani più talentassi degli ultimi trent’anni. Il percorso di Hamsik - e anche lo spessore - è diverso rispetto a Pirlo, ma scavalcati i trenta Marek può davvero reinventarsi come regista nel 4-3-3 del Napoli targato Ancelotti e può consegnare ai napoletani un nuovo orizzonte. Di gloria? Chissà. Dipende (anche) da lui e da come saprà adattarsi. Sarà un po’ come quando si entra in una stanza d’albergo, la prima cosa da trovare è l’interruttore della luce. Da lì in poi, muoversi per la stanza (e per il campo) sarà molto più semplice.