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Guti e l'arte di creare assist impossibili: che magia il 'tacón de Dios'!
LA MAGIA DI GUTI - Il protagonista della nostra storia è José Maria Gutiérrez Hernàndez, conosciuto da tutti come Guti, estroso centrocampista del Real Madrid che ha militato nelle fila di questo club per ben 24 anni (giovanili comprese) costellati da virtuosismi assist e giocate simbolo che hanno deliziato il difficile palato del “Bernabeu”. Uno di questi e forse il più riuscito è il “tacon de Dios”, coniato così dalla prima pagina del quotidiano di Madrid Marca per celebrare una prodezza che ha fatto strabuzzare gli occhi a tutti gli spettatori e dimostrato ancora una volta il perché Guti sia considerato uno dei migliori talenti spagnoli degli ultimi anni ed uno dei beniamini più amati della tifoseria Merengues.
LA DINAMICA - L’azione si svolse al 40' del primo tempo, con un contropiede del Real Madrid, già avanti nel punteggio: scarico dell’ex rossonero Kakà per Guti, trovatosi a tu per tu con Aranzubia. Il centrocampista lo spiazza col “taconazo” di sinistro diretto a Benzema alle sue spalle, regalandogli così un assist facile da trasformare e mostrando ancora una volta a chi l’aveva etichettato come eterna promessa un mix di intuito e sensibilità di “tocco” che in pochissimi posseggono. I compagni ovviamente accorsero increduli verso Guti per omaggiarlo dopo l’ennesima prodezza sfornata al servizio della squadra.
I PRECEDENTI - L’assist di tacco fu per Guti il suo marchio di fabbrica, come per Panenka e Totti il cucchiaio e quello eseguito a La Coruña non fu neanche il primo. Già nel match casalingo di quattro anni prima, contro il Siviglia, il classe 1976 sfoderò un colpo di tacco in controbalzo cogliendo la difesa degli andalusi impreparata, liberando in area di rigore Zidane che spiazzò Palop con un facile diagonale rasoterra. Anche se meno famoso del primo citato, l’assist fornito a Zidane fu ancora più complicato data la selva di gambe avversaria e lo stop di petto precario precedente al tacco. La carriera di Guti al Real Madrid terminò pochi mesi dopo la storica prodezza compiuta contro il Deportivo assieme al suo capitano e compagno di tante vittorie Raùl, testimoniando la scarsa attitudine dei Blancos nel mostrare gratitudine verso le proprie bandiere. L’unico rammarico per entrambi fu l’esclusione dalla nazionale spagnola durante il quadriennio d’oro con due europei e un mondiale ottenuti, un palcoscenico che sarebbe potuto diventare il perfetto omaggio per queste due grandi icone del calcio iberico.