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  • Gullit 'Sneijder, Milan, la Champions e...'

    Gullit 'Sneijder, Milan, la Champions e...'

    Dopo tanti trofei vinti in carriera, Ruud Gullit lascerà le sue impronte nel cemento come le star del cinema. L'ex milanista sarà infatti uno dei giocatori che verranno premiati nel corso dell'edizione 2011 del Golden Foot e lascerà le proprie impronte sulla Champions Promenade a Montecarlo: "Non avrei mai pensato che un giorno mi venisse chiesta una cosa del genere, lasciare le impronte - ha detto - ho sempre cercato di giocare bene e di vincere il più possibile. Questo importante riconoscimento è una conseguenza di questo, la gente che mi ha visto giocare ha capito che lo facevo con passione e che ce la mettevo tutta".


    Quali erano invece i suoi idoli da giovane calciatore?
    Ah il mio idolo era sicuramente Johan Cruyff. Ho saputo che sarò il primo olandese a mettere le impronte sulla Champions Promenade… sono arrivato prima io, sono sempre il numero uno! (ride)

    Si può proprio dire che “Il Tulipano Nero” abbia segnato un epoca. Grande giocatore, ma anche personaggio dal look estroverso (leggendarie le sue treccine) e la forte personalità. E’ questo, oltre al grande talento calcistico, ad aver fatto di Gullit un'icona?
    Non me ne rendevo nemmeno conto, non pensavo di essere diverso o particolare. Io amo il calcio e credo che fosse questo ad entusiasmare i tifosi, il mio look particolare era qualcosa in più.

    Grande forza fisica ma anche grande tecnica, Gullit era un giocatore raro da questo punto di vista. Rivede in qualche calciatore di oggi lo stesso mix?
    (Sorride) Ai giornalisti piace sempre fare paragoni, ma non si può. Ogni giocatore è unico. Se però prendo in considerazione la forza fisica, direi che Didier Drogba mi somiglia abbastanza, ha un modo di giocare simile al mio da questo punto di vista.

    Più difficile fare il giocatore o l’allenatore?
    Sicuramente è più difficile fare l’allenatore. Quando sei stato giocatore capisci da fuori certe situazioni, sai che bisognerebbe comportarsi in un certo modo in campo, sai quale potrebbe essere il modo migliore di calciare per segnare. Ma non puoi pretendere che i tuoi calciatori abbiano la stessa visione e devi saperlo accettare, anche se è molto difficile.

    Il suo Milan giocava contro il Napoli di Maradona, l’Inter di Matthaus, la Sampdoria di Vialli e Mancini… grandi avversari che aumentavano il valore delle vittorie…
    Non è tanto questo, quando giochi contro grandi avversari il livello si alza e per vincere, o anche solo per tenergli testa, devi dimostrare di saper giocare a quel livello. Il mio Milan ha giocato contro il Napoli di Maradona e abbiamo spesso vinto perché avevamo una grande squadra, ma anche perso perché anche loro erano molto forti. C’era Maradona ma anche Careca, Bagni, Carnevale… ma Diego era il più forte a livello individuale, io non ho mai visto giocare uno più forte di Maradona.

    L’Olanda di oggi è vice campione del mondo, cosa pensa di questa generazione Oranje?
    La mia generazione era più forte fisicamente, ma questo non vuol dire che non siano altrettanto bravi, sono diversi. Il giocatore guida è sicuramente Wesley Sneijder, tecnicamente il migliore ma anche un leader in campo, il miglior giocatore olandese di oggi.

    Come giudica le sue ex squadre, Chelsea e Milan?
    Il Chelsea è sempre una buona squadra, hanno il chiodo fisso della Champions League, ma non sarà facile. Rimane una delle grandi d’Europa e lo deve soprattutto a Roman Abramovich. Personalmente, sono molto orgoglioso di quello che sono riuscito a fare da giocatore e allenatore a Stamford Bridge, era una squadra molto meno conosciuta di adesso ma ci siamo tolti delle belle soddisfazioni. Il Milan mi sembra aver intrapreso una politica di spesa oculata, vuole avere il bilancio a posto e questo è un bene. Attraversa una fase transitoria in cui i giocatori chiave degli delle ultime stagione cominciano ad aver una certa età e dietro di loro si stanno inserendo dei giovani molto validi.

    Possono nutrire ambizioni di vittoria in Champions League?
    Non credo, è presto. Per i motivi che ho detto devono aspettare. Al Chelsea la Champions è un cruccio, Villas Boas può essere l’allenatore giusto ma io credevo lo fosse anche Carlo Ancelotti. Anche il Milan dovrà aspettare ancora un po’ e avere pazienza.

    Qualche hanno fa, Nelson Mandela ricordò Ruud Gullit come uno dei pochi amici che aveva anche prima di uscire di galera… dopo ne sono arrivati molti.
    Vado molto fiero di questa cosa, sono molto amico di Mandela, l’ho incontrato diverse volte dopo che è tornato ad essere un uomo libero. Nella mia vita spesso ho preso delle posizioni, anche scomode, e non sempre ne ho ottenuto dei vantaggi. Sono fatto così, è il mio carattere, la mia personalità.

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