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    Guerra vs tecnologia: ancora una volta l'intelligenza tecnologica non si ferma

    Guerra vs tecnologia: ancora una volta l'intelligenza tecnologica non si ferma

    • Daniele Cifarelli
      Daniele Cifarelli
    Non puoi arrestare la tecnologia, neanche in tempi di guerra. Una settimana dopo l'inizio dell'invasione dell'Ucraina, una colonna di carri armati e mezzi militari russi lunga 60 km pochi giorni fa puntava su Kiev, per poi crollare e di conseguenza fallire subito dopo. Il Guardian ha rivelato che il merito lo si deve a trenta informatici ucraini che grazie all’utilizzo di quad bike e droni sofisticati sono riusciti ad arrestare l’avanzata del convoglio. 

    Il comandante Yaroslav Honchar ha spiegato che i combattenti ucraini sulle quad bike sono stati in grado di avvicinarsi alla colonna russa che avanzava di notte, attraversando la foresta sulla strada verso sud che da Chernobyl porta fino a Kiev, sorprendendo il nemico con improvvise imboscate. Tutto ciò è stato possibile grazie alle risorse di cui i soldati ucraini erano dotati, tra cui visori notturni, fucili da cecchino, mine detonate a distanza, droni dotati di termocamere e in grado di sganciare piccole bombe da 1,5 kg.

    Messi alle strette, i carri armati russi si sono divisi in unità più piccole per cercare di avanzare verso la capitale, ma anche qui gli informatici sono riusciti a bloccare ogni tentativo dell’armata russa di avanzare.  A tal proposito Honchar ha commentato  “Il primo scaglione delle forze russe è rimasto bloccato senza riscaldamento, senza petrolio, senza bombe e senza gas. E tutto è successo grazie al lavoro di 30 persone”.

    L’unità di ricognizione aerea Aerorozvdika, da cui gli informatici provengono,  ha  raccontato di aver anche contribuito a sconfiggere un attacco aereo russo all'aeroporto di Hostomel, appena a nord-ovest di Kiev, nel primo giorno di guerra, utilizzando i droni per localizzare, prendere di mira e bombardare circa 200 paracadutisti russi.  Il tenente Taras, uno degli aiutanti del comandante Honchar, ha inoltre aggiunto che questa operazione ha fatto in modo quell’aeroporto non venisse più usato per sferrare ulteriori attacchi.

    Proprio per questo, Honchar ha definito la squadra come un alveare di api. “Un ape non è niente” ha detto, per poi concludere “ma se ne affronti mille, può sconfiggere una grande forza”.

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