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Guariniello: 'I datori di lavoro devono mettere a disposizione il vaccino, chi lo rifiuta rischia di essere licenziato'
"Se è vero che la legge dice 'mettere a disposizione' e dunque non obbliga nessuno a vaccinarsi, è anche vero che la stessa norma impone al datore di lavoro l'allontanamento temporaneo del lavoratore in caso di inidoneità alla mansione su indicazione del medico competente. E come può il medico non esprimere un giudizio di inidoneità se il datore di lavoro, proprio su parere del medico competente, ha messo a disposizione il vaccino, poi rifiutato dal lavoratore? La sorveglianza sanitaria non serve solo a tutelare il singolo lavoratore, ma anche tutti gli altri".
"La Corte Costituzionale lo ha ribadito più volte: la tutela della salute è un diritto dell'individuo e un interesse della collettività. La legge prevede l'obbligo di allontanare il lavoratore e di adibirlo ad altra mansione, ma solo ove possibile. La Cassazione ritiene che tale obbligo di 'repechage' (ripescaggio) non può ritenersi violato quando la ricollocazione del lavoratore in azienda non è compatibile con l'assetto organizzativo stabilito dall'azienda stessa. Insomma, il datore di lavoro è obbligato a predisporre misure organizzative per tutelare il lavoro, ma se questo non è possibile si rischia la rescissione del rapporto di lavoro".
"Lo stato di emergenza non consente i licenziamenti e il lavoratore fragile ha diritto allo smart working, ma in futuro il problema potrebbe presentarsi. Qualcuno potrebbe lamentare la violazione della libertà personale di non sottoporsi al vaccino. Potrebbe sì, ma per avere ragione dovrebbe prima cambiare la legge. Altrimenti la normativa è chiara nel prevedere la messa a disposizione del vaccino, l'allontanamento e la destinazione ad altra mansione ove possibile del lavoratore che si rifiuti inidoneo".