Guardiola e Ferguson:| I signori della Champions
Il Manchester United prepara la rivincita. Ma Sir Alex, rispetto a Roma 2009, non ha più Ronaldo e Messi è cresciuto ancora.
Sono passati due anni dal 27 maggio del 2009. Il Manchester ci riprova. Ferguson è alla terza finale in quattro stagioni, Guardiola alla seconda in tre. L'Europa è ai loro piedi ma sono mutate le gerarchie. Gli inglesi stavolta si presentano da outsider: dalla sconfitta dell'Olimpico non hanno più toccato l'eccellenza, l'anno scorso furono piallati su tutti i fronti interni dal Chelsea e uscirono ai quarti di Champions con il Bayern. In questa stagione le cose vanno meglio, tuttavia non c'è stato ancora l'acuto. La squadra non è cambiata molto però non ha lo stesso fascino di quando perse con il Barcellona. La cessione di Ronaldo, che chiuse a Roma quel pezzo di carriera, fu il segnale che il club indebitato come pochi al mondo doveva rinunciare al fenomeno allevato per farne il simbolo del dopo Beckham. E' stata una svolta anche sul mercato. Ferguson ha trattenuto a stento Rooney, ha lasciato partire Tevez, ha preso Owen che a 22 anni vinse il Pallone d'Oro e a 32 è rimasto una promessa.
Il fiuto di sir Alex per i giovani l'ha portato a comprare il primo messicano del Manchester United, Javier Hernandez, il «Chicarito» che è diventato il goleador di Coppa, ma l'assenza di Ronaldo non si è mai colmata. A Roma il portoghese fece vedere in 15' più cose di quante ne abbia fatte nelle due semifinali con il Barcellona e non abbiamo capito se sia lui che nel Real Madrid patisce di più i catalani oppure se sono i blaugrana che ne hanno preso meglio le misure. Resta il fatto che a Wembley Ferguson avrà un fenomeno in meno cui affidarsi e dovrà inventarsi qualcosa per spezzare il fraseggio del Barcellona che lo irrise nel secondo tempo.
Molto dipenderà da Rooney, lasciato a riposo contro lo Schalke, e dalla vena di Berbatov e dell'eterno Giggs. L'impressione tuttavia è che rispetto a due anni fa il contropiede inglese abbia meno frecce all'arco. Al tempo stesso Ferguson non può perdere d'occhio il campionato che il Chelsea ha riaperto, portandosi a -3 in attesa dello scontro diretto di domenica. Se dovesse fallire in Premier la stella di sir Alex, eliminato anche dal Manchester City di Mancini nella semifinale di Coppa d'Inghilterra, resterebbe appesa alla Champions e con essa la prospettiva di restare, alla soglia dei 70 anni, sulla panchina che occupa da un quarto di secolo. Wembley come ultimo atto di una carriera irripetibile.