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    Guardiola: 'Dopo il City mi vedo ct di una nazionale. Messi, il Bayern, i soldi: tutti vogliono togliermi meriti'

    Guardiola: 'Dopo il City mi vedo ct di una nazionale. Messi, il Bayern, i soldi: tutti vogliono togliermi meriti'

    • Redazione CM
    Ha vinto tutto nell’ultima stagione alla guida del Manchester City, ma Pep Guardiola non è ancora sazio di vittorie e pure quest’anno è in piena corsa per provare a rifare un treble che avrebbe dell’incredibile. Premier, Champions League ed FA Cup vedono i Citizens ancora in lizza per la vittoria finale, ma il tecnico catalano - sotto contratto fino a giugno 2025 - inizia a valutare anche un futuro diverso e lontano dall’Inghilterra. Queste le sue parole in un’intervista concessa ad ESPN: "Non so chi mi prende… Ma vorrei allenare una nazionale. Non so quando, tra 5, 10 o 15 anni, ma mi piacerebbe giocare un Mondiale da allenatore. Mi piacerebbe fare l’esperienza di vivere un Mondiale, un Europeo. Una Coppa, una Copa America".

    SFIDA CONTINUA - Guardiola ha poi risposto in merito al suo rapporto con le critiche sul suo lavoro, nonostante un ricchissimo palmarés: "Quando ci arrivi e sei lì, tutti vogliono buttarti già dalla vetta. Toglierti i meriti. Una volta sono soldi, un’altra volta è Lionel Messi, un’altra volta è che il Bayern vince sempre… Sono seduti lì a guardarti, ma chi lavora e può farlo sei tu, non loro. Se faccio male torno a casa. Con i miei giocatori, la mia squadra e la mia società. Quando sono arrivato al Barcellona l’86% non mi voleva. Ma meglio arrivare così che ‘ah, tutto perfetto’. Convinci l’uno, l’altro. Preferisco che la gente abbia dubbi. Ho bisogno che tu non ci creda, mi dà un’energia incredibile. Così te lo dimostro". 

    CONTRO TUTTI - E tra i suoi attuali calciatori al Manchester City c’è un esempio quotidiano di chi, nonostante i successi di squadra ma soprattutto individuali che ha saputo raggiungere - nello specifico in termini di gol - è continuamente oggetto di valutazioni come Erling Haaland: "Aspettano che non faccia 56 gol. Aspettano che fallisca. È così. È sempre stato così. Con Pelé, Romário, Ronaldo, Rivaldo, Neymar. Con tutti. Sempre così e sempre sarà. Se vuoi combatterlo sei perduto. Invece devi pensare: ‘Quando l’arbitro fischia, io gioco, tu no. Adesso ti dimostro che hai torto, che ho ragione io’. La forza che hanno i miei atleti, oggi e sempre, è lo sport”.

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