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Guardiola contro tutti: dal rivale Tuchel all'anziano Bielsa, viaggio tra i mister della Premier. Inglesi, dove siete?
E’ una Premier - quella di quest'anno - che ha visto il ritorno in Inghilterra di Rafa Benitez, sempre a Liverpool, dove aveva vissuto stagioni felici, ma sulla panchina dell’Everton. Il magic touch di Rafa però negli ultimi anni è svanito, tanto che gli ultimi trofei alzato dallo spagnolo risale al 2014, quando sulla panchina del Napoli vinse la Coppa Italia e la Supercoppa italiana. All’Everton nessuno gli chiede il titolo - e ci mancherebbe - ma il pass per la Champions, quello è un obiettivo. Negli ultimi due anni il Leicester di Brendan Rodgers ha mancato la qualificazione in Champions di un soffio. Di un solo punto ‘anno scorso, di quattro due anni fa. E sempre a favore del Chelsea. Rodgers viene considerato da molti un allenatore pronto ad alzare il proprio livello: questo può essere l'anno buono.
C'è molta curiosità attorno al Leeds di Marcelo Bielsa, che con i suoi 66 anni è anche l'allenatore più anziano della Premier. L’anno scorso il Leeds chiuse con un dignitosissimo 9° posto, ora le ambizioni sono aumentate. E’ atteso al varco anche Patrick Vieira, alla sua prima esperienza in Inghilterra dopo il discreto triennio - chiuso con un esonero - a Nizza. E se lo scozzese David Moyes ha fatto un ottimo lavoro con il West Ham (6° l'anno scorso) e gode di grande fiducia dalle parti del Queen Elizabeth Stadium, non si può dire altrettanto del portoghese Nuno Espirito Santo, praticamente imposto al Tottenham dal connazionale Jorge Mendes dopo che gli Spurs avevano rispedito al mittente Rino Gattuso.
Infine, qualche curiosità: gli allenatori più giovani della Premier League sono due spagnoli. Il 39enne Mikel Arteta (Arsenal) e il 40enne Francisco Muñoz Xisco, che ha riportato in Premier il Watford dopo un solo anno di Championship. Gli stranieri - o meglio: i non britannici - sulle panchine della Premier sono ben 14: quattro spagnoli (Guardiola, Benitez, Arteta e Xisco), tre tedeschi (Klopp, Tuchel e Daniel Farke del Norwich), due portoghesi (Espirito Santo e Lage del Wolverhampton), un argentino (Bielsa), un danese (Thomas Frank alla guida del neopromosso Brentford), un francese (Vieira), un norvegese (Solskjaer), un austriaco (Ralph Hasenhuttl del Southampton). Se poi vi aggiungiamo anche lo scozzese Moyes e il nordirlandese Rodgers, gli inglesi restano davvero una manciata. Dean Smith (Aston Villa), Graham Potter (Brighton), Sean Dyche (Burnley) e Steve Bruce (Newcastle): soltanto quattro. In nessun altro campionato europeo la presenza di tecnici stranieri è così massiccia.
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