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Guardiola: "Baggio era il più forte nonostante avesse un ginocchio come una lavatrice"
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GUARDIOLA - "Quando parlo di lui mi emoziono. Era il più forte, l’ho conosciuto che aveva un ginocchio che pareva una lavatrice. Mi sarebbe piaciuto giocare più anni con lui. Poverino, non si poteva muovere ed era il più forte. Posso solo immaginare nel suo prime... Poi è una persona solare. Roby ha conquistato l'ammirazione, non è soltanto il giocatore, è oltre... Non penso che in Italia ci sia un posto dove non lo si ama. Chiunque gli vuole bene, che sia interista, milanista, juventino ecc...Ogni volta che cercavo un uomo libero, lui era sempre lì, non so come facesse. È stato un periodo bellissimo, vengo sempre in Italia e con piacere. A lui venivano concesse più cose ma era giusto così perché, come poi ho capito anche da allenatore, non si può trattare tutti allo stesso modo. Ci sono giocatori che fanno eccezione come lui. Sono arrivato e lui era già lì. Mi ha accolto lui e gli altri al meglio. Giocavo in una realtà diversa, non mi sono mai pentito anche se eravamo una squadra di metà classifica. Ero abituato a vincere campionati, ho conosciuto una realtà che non conoscevo ed è stato uno dei periodi più belli della mia vita. Pensavo che Roby fosse una persona molto seria, invece era l'anima dello spogliatoio. Quella squadra di Corioni era fortissima. Quando si vinceva era una gioia. Era una squadra fortissima e ci divertivamo. Pensavo Roby fosse una stella, avesse un carattere particolare e invece era sempre solare"
BAGGIO - “Sappiamo che Pep è un grandissimo allenatore. Tutto quello che ha fatto lo merita. Sono affezionato a lui, gli voglio bene. Penso che sia prima di tutto una brava persona, che è la base. È solare, positivo, disponibile. Aiuta tutti. Era già allenatore da giocatore. Consigliava i suoi compagni. Dava sempre qualcosa in più per farli migliorare. Sono sicuro che lo direbbe qualunque compagno che ha giocato con noi. L'episodio del cane? Mazzone aveva paura dei cani e si era arrabbiato con un compagno di squadra. Un giorno portai il mio con mio figlio e quando lo vide il mister disse arrabbiato: ‘Di chi è?’. Risposero che era il mio e lui: “Facciamolo giocare, diamogli un biscottino”.