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    Grazie Ronaldo in nome del calcio, grazie Torino in nome dello sport

    Grazie Ronaldo in nome del calcio, grazie Torino in nome dello sport

    • Marco Bernardini
    Una cosa mai vista, dentro uno stadio dove solitamente a dominare sono pulsioni e sentimenti da tribù faziose e pertanto prive di quello che dovrebbe sempre essere il senso della sportività e dell’elogio al campione nel suo significato più classico e olimpico del termine. Per più di quarant’anni ho frequentato questi luoghi circensi e mai mi era capitato di assistere allo spettacolo, da brividi, di un pubblico tutto in piedi sorpreso ad applaudire il “nemico” il quale aveva realizzato un gesto atletico di tale sublimità tecnica e agonistica con il quale, pur condannando la squadra del cuore, non poteva essere letto altrimenti che un capolavoro.

    La rovesciata “paroliana” con la quale Cristiano Ronaldo condannava la Juventus ad una resa ben più che onorevole per la gara che aveva saputo fare era come l’acuto di Pavarotti o come l’ultimo “cigno” della Fracci o ancora come il delirio fantastico di Caravaggio. Un gesto, quello di CR7 che ha onorato il gioco del calcio. Un gesto, quello del pubblico juventino, che ha onorato lo sport in senso ampio. E l’inchino con la mano sul cuore di Ronaldo verso la gente, visto da tutto il mondo in diretta televisiva, resterà una delle immagini più belle, suggestive e anche commoventi di questa epoca dove la Grande Bellezza viene perlopiù mortificata dalla volgarità. Grazie Ronaldo. Grazie Torino. 
     

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