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    La Juve più assurda dell’ultimo decennio permette al Genoa di crederci ancora. Allegri, quante riflessioni verso l'Inter...

    La Juve più assurda dell’ultimo decennio permette al Genoa di crederci ancora. Allegri, quante riflessioni verso l'Inter...

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    La Juve ha fatto ridere per un finale incomprensile, da squadra grottesca. Il Genoa ha fatto piangere di emozione e felicità per una rimonta pazzesca in 10 minuti, compresi gli ultimi incredibili secondi di recupero quando sul dischetto, per il rigore che avrebbe cambiato il destino di quella
    partita e forse del campionato, è tornato lui, Mimmo Criscito, il capitano
    che aveva sbagliato il rigore nel derby. Stavolta l’ha realizzato e al 96'
    il Genoa ha battuto la Juventus 2-1.

     
    A Marassi è successo qualcosa su cui Allegri dovrà profondamente
    riflettere perché quel finale non solo non è da Juve, ma non è nemmeno
    da squadra di calcio, da squadra di professionisti.
    Quel finale di resa
    assurda, dopo il gol di Dybala e le ripetute occasioni sbagliate per
    chiuderla, è roba da dilettanti. Blessin invece può continuare a
    sperare.
    Ha agganciato il Cagliari, mentre la Salernitana è un punto
    sopra alla vigilia dello scontro diretto fra campani e sardi. Non è
    facile, ma ha ancora la possibilità di salvarsi.


    FARE A MENO DI DYBALA... - Un lampo del 10 argentino sembrava aver risolto una partita fino a quel momento grigia, inespressa e povera di gioco. Un lampo di un giocatore di cui la Juve ha deciso di fare a meno.
    Considerazione personale: se una squadra, che di sicuro non incanta per il
    gioco, una squadra tenera e molto spesso spenta, rinuncia a un giocatore
    come lui vuol dire che ha in mente un mercato fantasmagorico, fatto di
    colpi sensazionali, alla De Bruyne per intenderci. Altrimenti, sul piano
    tecnico, è un scelta che non avrebbe senso.

    IL VUOTO - Mezz’ora iniziale di niente, poca Juve, poco Genoa, nessuna
    parata di Szczesny né di Sirigu. Per la Juve, che aveva in testa la finale
    di Coppa Italia di mercoledì prossimo, andava bene anche così, del resto
    non è che da questa squadra possiamo aspettarci chissà quale spettacolo in fondo a una stagione assai deludente sul piano del gioco
    , ma non poteva bastare al Genoa che anche col pareggio avrebbe fatto un altro passo verso la B. Così, nel finale del primo tempo, la squadra di Blessin ha aumentato il ritmo e si è avvicinata più minacciosa dalle parti dell’area
    bianconera, comunque ben protetta da Bonucci.

    UNA TRISTEZZA - La Juve aveva creato l’unica buona occasione dopo appena 5' con un colpo di testa di Kean alzato oltre la traversa. Nient’altro di
    significativo sul fronte bianconero, se non il generoso lavoro dello
    stesso Kean su tutta la fascia. Dybala non illuminava la scena e nessun
    pallone giocabile per Vlahovic che ha finito il primo tempo senza un tiro
    verso la porta genoana. In mezzo al campo ha iniziato bene il giovane
    Miretti
    , giocatore da un tocco e via, al massimo due, ma intorno c’era,
    come al solito, ben poco. E comunque anche Miretti si è spento presto. Il
    Genoa si è fatto spingere da uno stadio che non ha mai smesso di cantare e
    nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo Portanova ha cercato di sfruttare
    le amnesie difensive di Cuadrado, Melegoni ha preso l’iniziativa, Destro
    si è fatto vedere ed Hefti, sulla corsia di destra, ha dato la spinta che
    serviva per mettere un po’ in difficoltà De Sciglio. Prima
    dell’intervallo, però, una sola parata a testa per i due portieri e un
    mortificante (per lo spettacolo) totale di 7 tiri complessivi, 4 per il
    Genoa, 3 per la Juve. Davvero una partita triste.


    E POI DYBALA - Dopo 3' del secondo tempo la gara è cambiata grazie a una
    prodezza personale di Dybala, un destro (già il piede debole...)
    dell’argentino dal limite dell’area è finito nell’angolino dove Sirigu non
    sarebbe arrivato nemmeno con le ali. Era il gol numero 115 in bianconero,
    quota dove ha raggiunto Roberto Baggio al 9° posto nella classifica dei
    cannonieri juventini di tutti i tempi in tutte le competizioni. Fine del
    Genoa, già stanco e demoralizzato, e la Juve ha preso il largo. Palo
    ancora di Dybala, stavolta di sinistro (tanto la Juve ha stabilito di non
    averne bisogno...), paratona di Sirigu su tocco da due passi di Kean e
    infine il furore, fino a quel momento taciuto, di Vlahovic che ha cercato
    di ribellarsi al pessimo momento che sta attraversando
    , ha lottato da solo
    in area, ha vinto un contrasto, calciato di sinistro e Sirigu gli ha
    deviato il tiro in angolo. Poco dopo Allegri lo ha sostituito con Morata.
    La tv ha inquadrato Dusan in panchina con un’espressione non certo felice: ha fatto poco, ma in tutta la partita non ha avuto uno straccio di pallone da giocare con la porta in faccia. C’è un problema-Vlahovic e Allegri deve risolverlo.

    LA RIMONTA GRAZIE A DE SCIGLIO - L’emergente Sozza ha fischiato un rigore per un intervento di Gudmundsson su Akè, ma Abisso lo ha chiamato al Var e il rigore è stato giustamente tolto. Era il 37'. Un attimo prima Szczesny
    si era addormentato col pallone fra i piedi e per poco non ha fatto la
    frittata sulla pressione di Yeboah. Altri 4 minuti ed è arrivato il
    pareggio col primo gol in A dell’islandese Gudmundsson su assist splendido
    di Amiri e su dormita di De Sciglio. La Juve è uscita dalla partita. Altri
    100 secondi e stavolta l’errore clamoroso è stato di Rabiot che in area si
    è fatto portare via la palla da Frendrup, così Amiri ha calciato un rigore
    in movimento e Szczesny gliel’ha respinto. Folle la palla-gol che si è
    mangiato Kean (unica attenuante: era leggermente infortunato) a porta
    libera dopo l’assist di Morata. Era il 93'30", quaranta secondi dopo tocco
    di Criscito per Yeboah steso in area da De Sciglio con un intervento da
    calcio amatoriale. Sul dischetto il capitano, perché quello non era solo
    un rigore, era una stagione intera che lui aveva indirizzato dalla parte
    sbagliata e che solo lui poteva in qualche riprendere.
    Tiro, gol, Criscito
    e Marassi impazziti. Grazie alla Juve più assurda dell’ultimo decennio, il
    Genoa può ancora sperare.

    Genoa-Juventus 2-1 (primo tempo 0-0)

    Marcatori: 3’ st Dybala (J), 42’ st Gudmundsson (G), 51’ st Criscito rig. (G).
    Assist: 3’ st Kean (J), 42’ st Amiri (G).

    Genoa (4-2-3-1): Sirigu; Hefti, Ostigard, Bani, Criscito; Galdames (1’ st Frendrup), Badelj; Melegoni (13’ st Ekuban), Amiri, Portanova (13’ st Yeboah); Destro (23’ st Gudmundsson). (A disp: Semper, Vodisek, Masiello, Vasquez, Ghiglione, Cambiaso, Rovella, Hernani). All: A. Blessin.

    Juventus (4-3-3): Szczesny; Cuadrado (15’ st Alex Sandro), Rugani, Bonucci, De Sciglio; Rabiot, Arthur (15’ st Zakaria), Miretti (29’ st Bernardeschi); Dybala (35’ st Aké), Vlahovic (29’ st Morata), Kean. (A disp: Perin, Pinsoglio, de Ligt, Chiellini). All: M. Allegri.
     
    Arbitri: S. Sozza di Seregno. Assistenti: S. Ranghetti-M. Vivenzi. IV uomo: J.L. Sacchi; Var: R. Abisso; Avar: M. Di Iorio.
     
    Ammoniti: 29’ pt Dybala (J), 34’ pt Rugani (J), 43’ pt Melegoni (G), 44’ pt Arthur (J); 33’ st Badelj (G), 51' st Criscito (G).
     
    Recupero: 1’ pt; 5’ st.
     
    Spettatori: 18.762.

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