Un grazie a Ferrero e al calcio italiano: tutti insieme al fianco dei terremotati
Mai avrei potuto pensare che dalla Rete, cominciando dal nostro sito per arrivare a Facebook passando per Google e Twitter, partisse un’onda grande quanto quella prodotta dallo tsunami però con effetti esattamente opposti. Un’autentica e colossale catena umana unita da un unico mantra: quello della solidarietà. Mi è venuto in mente l’ultima quartina del Paradiso di Dante. L’Amore che muove il sole e le altre stelle. Un capolavoro di poesia e di spiritualità che va oltre la stessa fede. Il popolo di Internet. La nostra gente. Di tutte le bandiere e quindi di una soltanto. Quella dello sport e del calcio come sport.
L’invocazione, prepotente e disperata, è stata ascoltata da chi sospettavamo essere indifferente alle voci che non parlavano, per una volta, di denaro o di antagonismi assortiti. Ho buoni motivi per credere che il primo a muoversi in tal senso sia stato il presidente della Sampdoria Ferrero. Cuore grande nella sua geniale bizzarria. Lui che, insieme con il collega del Genoa Preziosi, ha stabilito che la metà dell’incasso realizzato per il prossimo derby di Genova andrà al netto di tutto per gli aiuti ai fratelli e alle sorelle rimasti con soltanto le lacrime per piangere. Via via, con il trascorrere delle ore, il gruppo della catena solidale si è allungato a dismisura formando una fila buona per il girotondo intorno al mondo dell’umana bontà non codina e non pelosa. Juventus e Fondazione Agnelli, Napoli, Fiorentina, Roma, Torino, Lazio, Sassuolo e tutte le altre società di Serie A, insieme a quelle della B (nella misura del venti per cento degli incassi) sono scese in campo aprendo il portafoglio come, francamene, nessuno si sarebbe aspettato decidessero di fare. Altre ne seguiranno. Ora potrei stare qui a raccontarla per altre dieci pagine navigando sulle onde della retorica. Non mi va. Basta una sola parola, credo, da urlare: “Grazie”!!!