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Agnelli: 'La Juve non è una Onlus, non ha fatto la seconda squadra per le nazionali'
ALL'ESTERO - Tocca a Pablo Longoria e Andrea Berta spiegare il punto di vista in Francia e Spagna. “Dopo la mia esperienza la tendenza è positiva perché crea valore sui calciatori e dà loro la prima esperienza nei campionati adulti. Quando si parla di seconde squadre è importante considerare che ci sono tre tipi di calciatori: i predestinati, i tardivi o che crescono piano, i calciatori che completano la rosa e aiutano gli altri ad avere livello competitivo. Se si pensa a una squadra e non a un processo individualizzato, rischia di creare una società di Serie C che aumenta i costi del club. È importante programmare”, le parole del presidente del Marsiglia (ex capo osservatore bianconero). Così invece Berta, ds dell'Atletico Madrid: “Elemento importante e strategico. Tutti i principali club in Spagna hanno una seconda squadra indispensabile per lo sviluppo dei giovani. Potendoli così seguire nei momenti più importanti senza dover ricorrere ai prestiti, dove non c'è attenzione ai particolari e supporto emotivo quando fanno la prima esperienza. Esistono criticità legate alla gestione dei calciatori vicini alla prima squadra, devono capire la loro vera condizione e spesso accettare questa situazione richiede del tempo. Non sono giocatori della prima squadra, ma possono esserlo, e devono giocare nella seconda. La soluzione migliore è cercare una cessione a una squadra di maggior livello”.