Calciomercato.com

  • Getty Images
    Gravina, che bordate a Mancini. E la causa contro l'ex ct resta un'ipotesi

    Gravina, che bordate a Mancini. E la causa contro l'ex ct resta un'ipotesi

    • Andrea Distaso, da Coverciano
    Lo si era intuito piuttosto chiaramente dalle recenti dichiarazioni dei due protagonisti di questa brutta storia che non ha certamente contribuito a dare una bella immagine della Nazionale e del calcio italiano in giro per il mondo. Non si sono lasciati bene l’ex ct Roberto Mancini - fresco di nomina alla guida dell’Arabia Saudita - e il presidente federale Gravina, dopo una storia di 5 anni che ha portato in dote un Europeo che mancava dal lontano 1968 ma anche una cocente delusione come la seconda esclusione consecutiva dalla fase finale di un Mondiale. E’ finita malissimo, tra reciproche accuse di tradimento, e la sensazione che presto possa essere scritto un nuovo capitolo: in un’aula di Tribunale. Sarà il Consiglio Federale a valutare nelle prossime settimane se esistano gli estremi per impugnare la decisione unilaterale di Mancini di chiudere anticipatamente un contratto che sarebbe scaduto soltanto nel 2026 e citare in giudizio l’ex ct.

    CHE BORDATE - Per la FIGC il clamoroso ribaltone dello scorso 13 agosto non sarebbe stato motivato con giustificazioni ritenute valide, considerando che in più di una circostanza, in più di un’intervista, lo stesso Gravina ha rimarcato come da parte di Mancini non fossero mai stati mossi rilievi circa le variazioni all’interno del suo staff, che per l’allenatore jesino è stata la pietra dello scandalo. “Abbiamo affrontato una crisi senza precedenti nella storia della Nazionale, soprattutto per le modalità utilizzate. Abbiamo reagito mettendo da parte la rabbia ed evitando di far prevalere certi personalismi”, ha detto il presidente federale manifestando tutta la sua amarezza e non soltanto per un epilogo inaspettato e maldigerito. Le improvvise dimissioni di Mancini - a meno di un mese da due impegni ufficiali della massima delicatezza come le sfide di qualificazione all’Europeo contro Macedonia del Nord ed Ucraina (9 e e 12 settembre) - hanno creato un’evidente danno di immagine, oltre che materiale, alla Nazionale e a chi la patrocina. Un danno che ha richiesto un intervento non programmato ed immediato per porre una soluzione e che, come confermato da Luciano Spalletti nella prima conferenza stampa da nuovo ct, potrebbe avere uno strascico giudiziale per chiarire l’applicabilità della clausola sottoscritta al suo tempo col Napoli e l’eventuale infrazione di un patto siglato col presidente De Laurentiis.

    SOLDI E RISPETTO - E’ una questione di soldi ma non soltanto: Gravina ne fa evidentemente un discorso di rispetto di impegni presi con e da Mancini e soprattutto di rapporti tra persone, visto che il numero uno di via Allegri ha più volte precisato che la relazione con l’ormai ex ct fosse molto buona anche al di fuori dall’ambito professionale. Per questo, i tempi e i modi scelti (con tanto di invio di PEC) per annunciare la brusca separazione rappresentano una ferita difficile da rimarginare a stretto giro di posta. Una storia dall’epilogo decisamente poco gradevole per ciò che è e dovrebbe rappresentare la Nazionale e la sensazione, non smentita a microfoni spenti, che non sia finita qui.

    Altre Notizie