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    Gravina attacca Mancini: 'Non può dire certe cose, noi sappiamo la verità. Spalletti? De Laurentiis inopportuno'

    Gravina attacca Mancini: 'Non può dire certe cose, noi sappiamo la verità. Spalletti? De Laurentiis inopportuno'

    • Redazione CM
    Da Roberto Mancini ad Aurelio De Laurentiis, Gabriele Gravina ne ha per tutti. Il presidente della FIGC ha concesso una lunga intervista a Il Corriere della Sera, nella quale parte spiegando la scelta di Luciano Spalletti: "Perché? Perché ha vinto lo scudetto facendo emozionare Napoli e tutti quelli che amano il calcio, è una guida forte e sicura, ha esperienza e un gioco brillante. Ma soprattutto perché, già alla prima telefonata, ha mostrato un entusiasmo contagioso [...] Luciano mi piace sin da allora. È un tecnico all’avanguardia, che lavora sempre per migliorarsi. L’uomo giusto al posto giusto. Il primo nome a cui ho pensato. Una scelta romantica e ponderata, perfetto per ciò che abbiamo in testa: portare avanti il rinnovamento puntando sui giovani".

    LA CLAUSOLA CON IL NAPOLI - Arrivare a Spalletti non è però stato semplice, complice la clausola presente nel contratto del tecnico toscano con il Napoli: "All’inizio neppure sapevo dell’esistenza di questo documento, l’ho scoperto dai giornali. I nostri avvocati mi hanno rassicurato: potevamo parlare con lui, il resto è una questione tra Luciano e il suo vecchio club".

    L'ATTEGGIAMENTO DI DE LAURENTIIS - Aurelio De Laurentiis, presidente azzurro, è stato irremovibile su questa clausola. Gravina spiega: "Con Aurelio ci siamo sentiti. Ma non mi aspettavo niente di diverso da quanto è successo. Altre cose, invece, non mi aspettavo. Tanto odio e ipocrisia da parte di alcuni detrattori, ma fa parte del gioco. Ho letto anche nomi di allenatori che non rientravano nei piani. Ho chiamato subito Spalletti, l’altro candidato era Conte che non può essere considerato una seconda scelta. Stop: finita qui. Cos'altro non mi aspettavo? Che De Laurentiis parlasse del contratto di Mancini. Un contratto che non conosce. Mi è sembrata una invasione di campo. Certe dichiarazioni mi sono sembrate inopportune come quando ha detto che se volevamo Spalletti avremmo dovuto pagare... La situazione è stata chiara sin dall’inizio. Luciano stesso mi ha subito detto che la clausola è un problema tra lui e il Napoli. E la Figc non ha mai pensato di subentrare".

    LE DICHIARAZIONI DI MANCINI - Il capitolo più delicato però è quello legato all'addio di Roberto Mancini, tra le polemiche. Gravina non ha digerito le accuse dell'ex ct: "Abbiamo lavorato insieme cinque anni, impegnandoci reciprocamente per un progetto straordinario. Ho aspettato a parlare di questa storia, volevo sedimentare e riflettere. Volevo soprattutto risolvere la questione allenatore: ho dato priorità alla maglia azzurra e all’interesse nazionale e non ai personalismi. Però, adesso, posso dirlo con sincerità: sono amareggiato. Ci sono rimasto male. Non porto rancore, ma i tempi di questo divorzio mi lasciano perplesso".

    LA VERITA' DI GRAVINA - Gravina prosegue raccontando la propria versione sulla rottura: "Roberto non mi ha mai detto che voleva andarsene. È stato un fulmine a ciel sereno. Ho sentito parlare di dimissioni per la prima volta dalla moglie, Silvia Fortini, che è il suo avvocato, il giorno prima che arrivasse negli uffici della Federcalcio una pec formale. Considerati i rapporti personali avrei apprezzato di più se Mancini mi avesse espresso la sua volontà guardandomi negli occhi. Ho ricevuto un messaggio l’8 agosto, sempre dal suo avvocato, in cui manifestava il disagio sulla clausola di uscita nel caso non ci fossimo qualificati per l’Europeo. Niente altro. Adesso continuo a chiedermi perché Mancini abbia detto certe cose. E mi chiedo se le ha dette per davvero, perché sa benissimo che la realtà è il contrario esatto di quanto ha dichiarato. Tutti e tre, io, Roberto e Silvia, sappiamo cosa è successo veramente".

    MANCINI DICE CHE NON SENTIVA PIU' FIDUCIA - Per Mancini era venuta meno la fiducia, Gravina non condivide: "La mia era totale e l’ho dimostrata con i comportamenti. A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia che ci è costata il Mondiale in Qatar, sono andato in conferenza con lui. Ho messo la mia faccia per difendere la sua. Se non avessi avuto fiducia lo avrei messo sotto contratto sino al 2026? E lo avrei promosso coordinatore dell’Under 21 e Under 20?".

    RIVOLUZIONATO LO STAFF? - Altro tema di scontro lo staff, rivoluzionato dalla Federazione secondo Mancini. Gravina non ci sta e respinge le accuse: "Questa poi è grossa. Solo Evani, che non ha accettato un altro ruolo, era uscito. Peraltro, stiamo parlando di un allenatore che faceva parte degli organici federali ed è entrato prima di Roberto. Gli altri sono rimasti. Lombardo e Nuciari, che avevano altri incarichi, sarebbero tornati a Coverciano nei giorni di Nazionale. E abbiamo rafforzato il gruppo con Barzagli e Gagliardi indicati da lui".

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