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    Jacobelli: grande Empoli, disastro Calvarese, Verdi meglio di van Ginkel

    Jacobelli: grande Empoli, disastro Calvarese, Verdi meglio di van Ginkel

    All'inferno e ritorno, il Milan ha vissuto quaranta minuti da incubo, sopraffatto dalla scatenata banda Empoli che Sarri ha costruito con sapienza e intuito, puntando a salvarsi giocando bene. L'uno due di Tonelli e Pucciarelli ha annichilito i rossoneri che prendono sempre troppi gol (8 in 4 partite sono già troppi), hanno la sindrome del calcio piazzato, una difesa ballerina e devono ringraziare Calvarese, pessimo arbitro di una bella partita.

    C'era un rigore netto per l'Empoli, causa fallo di mano di Bonera; Muntari prima (quando la smetterà di piantare i tacchetti nelle caviglie altrui, sarà sempre troppo trardi) e De Sciglio poi sono stati vistosamente graziati da Calvarese e, durante l'intervallo, non è stato un caso che Inzaghi abbia sostituito il ghanese con De Jong. Valdifiori, invece, è stato espulso con un eccesso di severità.

    Sarri ha ragione a lamentarsi: se già alla quarta giornata, Messina manda a dirigere gente manifestamente fuori forma e in preda alla sudditanza psicologica, siamo messi male. L'Empoli non chiede favori: vuole essere trattato alla pari. Al Castellani non è accaduto: così non va bene. Non va per niente bene.

    Il primo tempo dell'Empoli è stato perfetto, quello del Milan orripilante. L'impalpabile debuttante Van Ginkel (il giocatore preso in prestito secco dal Chelsea, mentre Cristante è stato ceduto al Benfica) si è fatto male dopo mezz'ora e l'ingresso di Bonaventura è stato provvidenziale perchè ha consentito a Inzaghi di riequilibrare un centrocampo sfasato.

    Lo splendido gol di Torres, degno della fama dello spagnolo, ha rianimato una squadra che, nella ripresa, ha creduto nella rimonta e l'ha coronata con il colpo di classe di Honda. Il giapponese continua a segnare e, soprattutto, conferma di essere un ottimo elemento, alla faccia dei detrattori, così come Abate continua a progredire.

    I problemi di Inzaghi sono altri e cominciano davanti ad Abbiati. Se anzichè sibilare che i rossoneri non fanno ciò che dice lui, Berlusconi avesse preso due difensori da Milan, la musica sarebbe diversa. Forse il presidente onorario ha dimenticato i 45 punti di distacco dalla Juve accusati nell'ultimo torneo, ma i tifosi no. Inzaghi fa i salti mortali carpiati, incassa senza reagire le prime frecciate dell'ex premier, sa che la strada per tornare grandi è lunga e lastricata di difficoltà, ma non si spaventa. Se Berlusconi lo lascia lavorare in pace, il Milan può solo migliorare.

    Post scriptum per Galliani: ieri sera, fra i migliori in campo, c'è stato Simone Verdi, 22 anni, scuola Milan, il cui cartellino è tuttora a metà fra i rossoneri e il Toro. Cristante è stato venduto al Benfica, Verdi gioca nell'Empoli, in compenso è arrivato Van Ginkel: com'era la storia che, per rifare un grande Milan, bisognava ripartire dai ragazzi di Milanello? 

    Xavier Jacobelli
    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

     

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