Caso Padova-Torino:| Granata attendono giudizio
Sono trascorsi oltre cento giorni dal black out che lasciò nelle tenebre lo stadio Euganeo e trasformò Padova-Torino da una partita di calcio a una battaglia di giustizia sportiva. Per la precisione l'alba è già sorta 102 volte da quel movimentato e surreale pomeriggio del 3 dicembre, quando la luce si spense in campo per poi mai accendersi nelle stanze dei bottoni del calcio italiano. 'Questa è la settimana della decisione definitiva con il giudizio del giudice sportivo', si è così sbilanciato il presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi, intervenendo telefonicamente a una nota trasmissione pallonara di Padova. L'aveva già detto un mese fa, indicando la fine di febbraio come il probabile termine ultimo per il primo grado. Come sia andata in realtà è del tutto evidente, c'è da augurarsi che il tentativo di profezia stavolta si riveli indovinato. Anche perché la palese melina, giustificata in linea teorica dalla necessità di eseguire approfondimenti decisivi per appurare la verità, diventa di giorno in giorno più stucchevole. Ciò non deve però indurre a un errore: il tempo perso non deve portare a mettere pressione sul giudice Valente, il quale dovrà avere il tempo tecnico per valutare ogni singolo aspetto della questione, al fine di evitare errori o decisioni affrettate. Il problema è semmai il prolungato temporeggiamento precedente, che ha portato la Procura federale a effettuare la perizia a quasi tre mesi dai fatti dell'Euganeo. Analisi che, a distanza così rilevante, potrebbero rivelarsi non del tutto efficaci per risolvere la delicata questione.
IL PASTICCIO - Al di là dei discorsi basati sul senno di poi, l'attualità dice che, fino alla serata di ieri, non risultava pervenuta alcuna documentazione sulla scrivania del giudice Valente, colui che è chiamato a sentenziare in primo grado sul pasticcio di Padova-Torino. Il che non significa che la situazione non possa sbloccarsi in queste ore, registrando una improvvisa accelerata dopo settimane di torpore. L'attesa resta altissima, ma non sono da escludere altri colpi di scena, anche perché il giudice potrebbe esprimersi in poco tempo come attendere per valutare ogni aspetto. E non è nemmeno da eliminare a priori la possibilità che Valente chieda, qualora non ritenesse sufficienti le carte della Procura federale, un supplemento di indagine, ipotesi che allungherebbe ulteriormente le tempistiche di un iter che dovrà con ogni probabilità affrontare altri due gradi giudizio.
LE STRADE - Restano aperte tutte le possibili strade. Il Torino, sentendosi danneggiato, ha effettuato il ricorso (il secondo, dopo che il primo era stato respinto dallo stesso giudice per un vizio di forma) sperando nella vittoria a tavolino per 3-0, situazione fattibile solo qualora venga stabilita la responsabilità oggettiva del Padova nel black out dell'Euganeo. Il Padova, dal canto suo, ha controdedotto, cercando sempre di dimostrare la propria estraneità al guasto con l'obiettivo di cavarsela al massimo con una multa per tenersi stretti i tre punti. Aspettando il giorno della verità, è evidente che il giudice prenderà in considerazione ogni dettaglio, anche apparentemente insignificante, collegato a quel pomeriggio. Non si può nemmeno escludere che, nel rileggere tutte le carte, venga riesaminato a distanza l'operato dell’arbitro Calvarese attraverso il referto e magari altri approfondimenti svolti nelle scorse settimane. Tra le variabili risulta esserci infatti anche la ripetizione della partita, terminata 1-0 per il Padova in due puntate, soluzione che prevederebbe l'accertamento di un errore tecnico. Non resta che aspettare: ormai i tifosi granata, come del resto quelli padovani, ci avranno fatto il callo.
(Tuttosport - Edizione Locale)