Nel corso del 2010 la popolazione italiana ha continuato a crescere superando al 1 gennaio 2011 i sessanta milioni di residenti, in calo le nascite ma è boom di piccoli stranieri che portano al 7,5% la loro percentuale. Una realtà multiculturale e multietnica che si delinea anche negli ambienti sportivi con un'impennata di atleti comunitari ed extracomunitari nella Figc che tocca quasi il 10% degli oltre 700.000 tesserati dai 6 ai 16 anni. L'etnia maggiormente presente proviene dall'area magrebina, a seguire ghanesi, nigeriani, e dopo i fenomeni migratori dell'Est europeo, albanesi, kossovari, romeni ma non mancano i cingalesi, gli indiani, i moldavi e gli ucraini.

Per un bambino straniero integrarsi in una squadra di calcio italiana significa diventare uno di loro, abbattere quel muro invisibile che spesso divide, se poi uno è bravo diventa anche un esempio da imitare. La maglia per loro è sacra, assicura un responsabile del settore giovanile di una società padovana, e racconta di avere dovuto dare due completi di allenamento a un giovane ghanese perché li indossava per andare a scuola, la tuta e la borsa da calcio sono oggetti da esibire con orgoglio in famiglia. Se qualcuno spera di seguire le orme del sedicenne ghanese Isaac Donkor che dal Padova è passato all'Inter e gioca negli allievi nazionali nerazzurri, o del quindicenne ivoriano Cedric Diomandè Gondo trasferito dall'Albignasego alla Fiorentina e protagonista nella finale vinta del campionato nazionale giovanissimi, molti altri finiranno a giocare in Seconda o Terza categoria, orgogliosi comunque di indossare la maglia della propria società.

(Il Gazzettino)