2018 Valerio Pennicino - Juventus FC
Gol, prestiti e flop: il futuro incerto dei talenti della Fiorentina
Peccato. Sì. Ma poi, sbollita la delusione per una sconfitta figlia di troppe ingenuità, restano questi ragazzi in lotta per il futuro. Come scrive La Repubblica, il loro, o magari anche quello della Fiorentina, la società che li sta crescendo e spera di aiutarli a fare il grande salto, anche per dare un senso compiuto a quell’idea di progetto giovani che affascina tanto il tifoso, desideroso come sempre di sogni e proiezioni nel domani. Federico Chiesa è un caso raro ma decisamente indicativo.
IL CASO CHIESA - Prendi un ragazzino che non ha ancora diciotto anni - continua il quotidiano - lancialo allo Juventus Stadium alla prima di campionato e poi fanne nel giro di pochi mesi il punto di attrazione della tua Fiorentina. Primavera, prima squadra, titoloni sui giornali, Nazionale. Da zero a quasi tutto in un pugno di mesi. Percorso diverso rispetto ad altri due giovani viola che oggi giocano in serie A: per Babacar e Bernardeschi l’esperienza in prestito fu decisiva.
QUALE FUTURO? - Oggi ci possiamo chiedere quale sarà il destino di ragazzi come Gori e Sottil, per esempio. Pioli potrebbe convocarli qualche volta da qui a fine stagione, e magari fargli assaggiare un po’ di campo. Ma poi? Le alternative sono due: o lanciarli subito come avvenne per Chiesa (difficile), o scegliere la società giusta dove mandarli a giocare in prestito. Il che non vuol dire che poi debbano tornare per forza qui. Giusto sperarlo, ma non sempre va così. Piccini era un buon terzino destro, ma non abbastanza, tanto che la Fiorentina ha preferito perderlo per strada per ritrovarselo allo Sporting Lisbona con una clausola rescissoria da 45 milioni (lo ha pagato 3). Camporese sembrava un predestinato, poi arrivò un dribbling di Eto’o che gli normalizzò il futuro, e oggi è in B e gioca con la maglia del Foggia.
DELUSIONI VIOLA - C’è chi ha anche esordito in Champions come Federico Masi, per poi eclissarsi a stretto giro. Matos non era male, e ha girato un po’ po’ tra Spagna Brasile e serie B prima di arrivare a Udine e da lì a Verona. Alla Fiorentina è cresciuto anche Carraro, che all’epoca era indicato come il vero talento della cantera. Anche per lui un bel tour in prestito nell’attesa di un grande salto che non è mai arrivato: dopo Modena, Pro Vercelli, Gavoranno. Pavia, Teramo. Carraro ora gioca in serie D, nell’Imolese. Insomma, può accadere di tutto. È questo il bello delle scommesse sui giovani. Troppe le variabili, ma poi arriva uno come Chiesa e capisci che rischiare conviene. Sempre.
IL CASO CHIESA - Prendi un ragazzino che non ha ancora diciotto anni - continua il quotidiano - lancialo allo Juventus Stadium alla prima di campionato e poi fanne nel giro di pochi mesi il punto di attrazione della tua Fiorentina. Primavera, prima squadra, titoloni sui giornali, Nazionale. Da zero a quasi tutto in un pugno di mesi. Percorso diverso rispetto ad altri due giovani viola che oggi giocano in serie A: per Babacar e Bernardeschi l’esperienza in prestito fu decisiva.
QUALE FUTURO? - Oggi ci possiamo chiedere quale sarà il destino di ragazzi come Gori e Sottil, per esempio. Pioli potrebbe convocarli qualche volta da qui a fine stagione, e magari fargli assaggiare un po’ di campo. Ma poi? Le alternative sono due: o lanciarli subito come avvenne per Chiesa (difficile), o scegliere la società giusta dove mandarli a giocare in prestito. Il che non vuol dire che poi debbano tornare per forza qui. Giusto sperarlo, ma non sempre va così. Piccini era un buon terzino destro, ma non abbastanza, tanto che la Fiorentina ha preferito perderlo per strada per ritrovarselo allo Sporting Lisbona con una clausola rescissoria da 45 milioni (lo ha pagato 3). Camporese sembrava un predestinato, poi arrivò un dribbling di Eto’o che gli normalizzò il futuro, e oggi è in B e gioca con la maglia del Foggia.
DELUSIONI VIOLA - C’è chi ha anche esordito in Champions come Federico Masi, per poi eclissarsi a stretto giro. Matos non era male, e ha girato un po’ po’ tra Spagna Brasile e serie B prima di arrivare a Udine e da lì a Verona. Alla Fiorentina è cresciuto anche Carraro, che all’epoca era indicato come il vero talento della cantera. Anche per lui un bel tour in prestito nell’attesa di un grande salto che non è mai arrivato: dopo Modena, Pro Vercelli, Gavoranno. Pavia, Teramo. Carraro ora gioca in serie D, nell’Imolese. Insomma, può accadere di tutto. È questo il bello delle scommesse sui giovani. Troppe le variabili, ma poi arriva uno come Chiesa e capisci che rischiare conviene. Sempre.