Goal Politics. Osvaldo e gli oriundi, Angelillo a CM: 'E allora la Pellegrini?'
Arriva un nuovo oriundo in Nazionale e puntualmente torna la polemica, scatenata dalla Lega Nord, che si scaglia contro lo 'straniero' in maglia azzurra, dimenticandosi per un attimo della maglia verde, quella della nazionale padana di Renzo Bossi, e dimenticandosi del 'particolare', ricordato giustamente da Cesare Prandelli, che sono "i politici a fare le leggi, ed è la legge della Repubblica che ci consente di considerare italiani giocatori come Osvaldo o Thiago Motta".
E così Pablo Daniel Osvaldo, che si è dichiarato "più italiano dei leghisti", contro l'Irlanda del Nord ha fatto il suo esordio con la Nazionale maggiore, dopo le otto presenze con l'Under 21 e le quattro con la Nazionale Olimpica. Osvaldo, argentino di nascita ma in possesso anche della cittadinanza italiana, per via dei suoi avi che risiedevano a Filottrano, è l'ultimo rappresentante di una categoria che ha annoverato, fra gli altri, Mauro German Camoranesi (campione del Mondo nel 2006), Omar Sivori e Antonio Valentin Angelillo.
Ed è proprio ad Angelillo (argentino oriundo italiano, due presenze con la maglia azzurra nel 1960 e 1961) che Calciomercato.com chiede un parere sulla vicenda.
"Erano altri tempi, gli oriundi andavano di moda - spiega Angelillo, classe 1967, ex Inter, Roma e Milan -. Adesso è sempre più difficile, ma non capisco le polemiche. Se uno ha la cittadinanza italiana, la legge gli consente di giocare in Nazionale, quindi di cosa parliamo?".
"C'è chi si attacca a queste piccole cose, come ad esempio il fatto di cantare o no l'Inno di Mameli - aggiunge Angelillo -. Io lo cantavo, c'è chi non lo canta, ma non è certo questa la cosa principale. Ad esempio, in questi giorni abbiamo sentito le parole di Federica Pellegrini, che preferirebbe non fare da porta bandiera alle Olimpiadi. Non è forse più grave questo? Eppure lei è italiana al 100%".
"Ai miei tempi c'erano meno polemiche - conclude l'ex campione, 318 presenze e 122 gol in Serie A -. Io e gli altri oriundi fummo accolti bene. Ora qualsiasi cosa è buona per fare polemica, non sanno più dove attaccarsi...".