Goal Politics: torna Silvio, vince Cesare
Il 2011 dei rapporti fra calcio e politica si chiude nel segno di chi in Italia, negli ultimi vent'anni, ha espresso alla sua massina potenza la sintesi del rapporto fra pallone e attività politica: Silvio Berlusconi.
Finita la sua esperienza di governo, Berlusconi continua a fare politica a tempo pieno e, allo stesso tempo, annuncia il suo imminente ritorno alla carica (ufficiale) di presidente del Milan, dopo che, parola dell'ad rossonero Adriano Galliani, presidente lo era stato di fatto (non potendolo essere, per legge, ufficialmente) anche durante gli anni trascorsi a Palazzo Chigi.
Una "bellissima notizia". Così Barbara Berlusconi, figlia dell'ex Premier, membro del cda rossonero e fidanzata di Pato, ha commentato il ritorno di papà Silvio alla presidenza del Milan. "Penso - ha detto interpellata dall'ANSA - quello che pensa ogni tifoso milanista: è una bellissima notizia. Una notizia che tutti i tifosi si auguravano per il bene del Milan".
Secondo Barbara, il Milan per la famiglia Berlusconi rappresenta "un asset importante, economico e affettivo allo stesso tempo. Si indossa la maglietta e la sciarpa, si va allo stadio ed è sempre una festa. Anche se la tua squadra non vince. La partita deve trasmettere sempre e solo adrenalina positiva".
E così, Silvio Berlusconi torna a parlare di formazione (a fare la formazione, dicono i maligni), a orientare le scelte di mercato e a interessarsi di calcio, mentre allo stesso tempo intima ai suoi figli: "Se qualcuno di loro entra in politica lo diseredo".
Si chiude quindi sotto il segno di Berlusconi un anno, il 2011, che ha visto i politici presenti come non mai nel mondo del calcio. Ci sono i politici 'ultras', protagonisti soprattutto sul fronte Calciopoli, come l'interista Ignazio La Russa e lo juventino Maurizio Paniz; c'è il politico presenzialista, come il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che non si perde un match della squadra di Mazzarri; c'è Roberto Calderoli, politico da crociata contro i calciatori ricchi e viziati che osano scioperare; c'è il politico che sogna di fondare un pricipato indipendente dall'Italia e, forse, di farci anche una squadra di calcio, e stiamo parlando di Carlo Taormina; e poi c'è il politico che, inascoltato, lancia da tempo l'allarme del rapporto fra calcio, calcioscommesse e malavita orgamizzata: è il caso di Nando Dalla Chiesa, che Calciomercato.com ha avuto il piacere di intervistare su questo argomento.
E poi ci sono i calciatori o ex calciatori che fanno o hanno fatto politica, a modo loro: ex calciatori come il neo presidente dell'Aic Damiano Tommasi, artefice del giusto stop dei calciatori alla prima giornata di Serie A (giusto perché le responsabilità maggiori in quel contenzioso erano della Lega Calcio), e protagonista, poi, del demagogico appoggio al Btp Day; ex calciatori come lo scomparso Socrates, che ai tempi del Corinthians creò la 'democrazia conrinthiana'; calciatori come il profugo Kalas, che gioca fra i dilettanti in Italia e che sogna di tornare, un giorno, in un Nigeria libera dall'odio etnico e religioso; ex calciatori come Claudio Gentile, che guarda con soddisfazione alla 'sua' Libia liberata dalla dittatura di Gheddafi; ex calciatori come Billy Costacurta, che chiede le dimissioni del governo del suo ex presidente al Milan, Silvio Berlusconi. E poi, soprattutto, c'è la Nazionale di Cesare Prandelli e dell'italianissimo Mario Balotelli, che va a far visita al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e, soprattutto, che va ad allenarsi a Rizziconi, sul campo confiscato dallo Stato alla 'ndrangheta. Il ct poi conclude l'anno premiando Simone Farina, il giocatore del Gubbio che ha resistito alla tentazione del calcioscommesse, con la promessa di una convocazione per un ritiro con gli azzurri: e questo è a nche un gesto politico, nel senso più nobile del termine.
Di tutto questo, e di altro ancora, abbiamo parlato e scritto in questo 2011 di calcio e politica.