Gli intrecci Ramadani-Fiorentina e il ruolo di Zahavi e del Mouscron
Invece il club belga rimane un pascolo privato di mister Zahavi. Che nel corso degli anni, oltre a aver esteso a dismisura il potere personale, ha saputo allevare soggetti capaci d'imporsi nel campo dell'economia parallela del calcio globale. Uno di questi è l'anglo-iraniano Kia Joorabchian, feudatario del mercato brasiliano nonché ex consigliere calcistico di Suning, la holding cinese proprietaria dell'Inter. Un altro è il portoghese Nelio Lucas, che per un lustro ha occupato la scena come CEO del fondo maltese Doyen Sports Investments. E infine c'è Abdulgafar "Fali" Ramadani, che per i lettori fiorentini non necessita di presentazioni. È proprio Ramadani a sfruttare con maggiore frequenza il canale del Mouscron, utilizzato unitamente a un altro club chiacchieratissimo dell'orbita zahaviana: l'Apollon Limassol, di Cipro, che nell'estate 2013 disputò un'amichevole con la Fiorentina (vinsero i viola 7-0). Dall'Apollon Limassol, oggetto di corposi reportage da parte dell'equipe di Football Leaks, transitano calciatori che poi passano anche dal Mouscron. Un caso chiacchieratissimo è quello del rumeno Christian Manea, protagonista nella primavera del 2015 di un trasferimento al Chelsea (guarda un po', i tempi e i nomi) annunciato e mai realizzato. Manea proviene dall'Accademia George Hagi, la stessa da cui la Fiorentina ha prelevato Ianis Hagi nonché legatissima alla cricca Zahavi-Ramadani, unitamente al club della massima serie romena che dell'Accademia è emanazione: il Viitorul Constanta. L'opaco assetto proprietario e la girandola di trasferimenti sospetti di calciatori mette a rischio, nella primavera 2016, la concessione al Mouscron della licenza da parte della federazione belga. E per scongiurare il rischio ecco trovata la soluzione: il club viene ceduto a un altro fondo maltese, denominato Latimer e retto da Adar Zahavi. Nipote di Pini. Prezzo di vendita: 10 euro.
Il passaggio di proprietà da zio a nipote non è l'ultimo. Dopo aver visto sfumare l'ipotesi che diventasse, assieme ai portoghesi del Gil Vicente, un club del sistema Inter-Suning (e dunque riecco il ruolo di Joorabchian), dallo scorso marzo il Mouscron è proprietà di Pairoj Piempongsant, businessman tailandese che entra negli affari di calcio nel 2007. Lo fa intermediando la cessione del Manchester City, che passa dalle mani dell'ex primo ministro thai auto-esiliato (ma latitante per la magistratura del suo Paese), Thaksin Shinawatra, agli emiri di Abu Dhabi. Da allora il radicamento di Piempongsant nel mondo del calcio si rafforza, soprattutto grazie al marchio Carabao. Che è una linea di energy drink partita all'assalto dei mercati globali. Carabao è stato sponsor del Chelsea (e ci risiamo) e continua a esserlo del Reading, altro club in odore di zahavismo. Griffa anche la Coppa di Lega inglese. Nel 2017 Carabao è annunciato come main sponsor dei brasiliani del Flamengo, ma poi la partership si ridimensiona. Comunque sia, a guidare il progetto Carabao-Flamengo viene chiamato Nelio Lucas. Quanto al portafoglio calcistico di Piempongsant, è dato in predicato d'arricchirsi con l'acquisizione di un club greco: il Panathinaikos. Per adesso l'uomo d'affari thailandese si limita a controllare il Mouscron, e a vederlo infarcire di calciatori targati Zahavi-Ramadani. La pagina di Transfermakt dedicata al club riferisce che l'agenzia di Ramadani (Lian Sports) è quella col maggior numero di assistiti: 4. Si tratta di Rijad Sadiku, Aleksa Damjanac, Alexandros Katranis, e Nikola Gulan. Quest'ultimo ve lo ricordate? L'ennesima acquisizione geniale di Pantaleo Corvino. Adesso Gulan ha 29 anni e fa la riserva al Mouscron. E chissà, se dovesse andar bene potremo un giorno definire Hanuljak "un Gulan che ce l'ha fatta". Prospettive esaltanti, per le prossime stagioni viola da incorniciare.
@pippoevai
(Il pezzo di Pippo Russo è stato pubblicato questa mattina anche da Repubblica Firenze)