Getty Images
Giuntoli tra incudine e martello: colpe, ma anche tante attenuanti nel mercato del Napoli
Quello su cui il Napoli ha costruito il suo sogno scudetto, molto di più che negli hotel di Milano. Il mercato affascina tutti, a molti piace anche più del calcio stesso, ma i fatti dicono che in era Sarri questo Napoli non ha più comprato un titolare da Allan e Hysaj in poi (estate 2015), neanche dopo aver perso il più forte di tutti, Gonzalo Higuain! I numeri dell’era Giuntoli sono in tal senso negativi se se ne fa un bilancio tra investimenti del club, cifre introitate dal mercato e minutaggio e rendimento dei nuovi. Ma la riposta a queste voci è tutta nella figura di Sarri: l'ispiratore, il condottiero, a volte, paradossalmente, il limite.
Il Napoli è diventato quello che è oggi attraverso una strategia poco ortodossa, che non si vede spesso da altre parti, ma che all'ombra del Vesuvio sta diventando vincente. Il lavoro conservativo di Sarri su un numero ridotto di uomini, i cui contratti sono stati via via arricchiti e prolungati col passare del tempo, ha portato il Napoli ha giocare un calcio straordinario e straordinariamente redditizio. Questo ha qualche controindicazione: qualche giocatore meno adatto resta indietro ed i nuovi restano a loro volta ancora più indietro. Per evitare nuovi casi Maksimovic, Rog, Ounas e così via, in questo mercato Giuntoli non ha lavorato per rinforzare il Napoli, ha lavorato per accontentare Sarri. E Sarri di nomi ne aveva fatti due: Verdi e Politano. Da qui l'insistenza, l'ostinazione. Non si può davvero credere che De Laurentiis e il suo direttore siano così fessi da perdere tutto questo tempo su obiettivi difficilmente praticabili. Andrebbe detto inoltre che il Napoli non è stato neanche fortunato: del 'no' di Verdi ne abbiamo parlato, sul caso Younes è superfluo aggiungere altro, nell'affare Politano c'è qualcosa di evidentemente anomalo in relazione a cui le parole dell'AD del Sassuolo Giovanni Carnevali ci confortano fino a un certo punto. Giuntoli ce l'ha messa tutta, ma si è trovato tra incudine e martello: da un lato le ataviche lentezze e difficoltà del Napoli nel fare mercato e del suo essere uno dei pochi direttori sportivi senza potere di firma, dall'altro la possibilità di scelta che era ridotta a due giocatori. A meno che Sarri non pensasse che il Napoli potesse realmente prendergli uno tra Sterling e Sanè...