Getty Images
Giuntoli: 'Resto a Napoli, rinnovo vicino. Ronaldo ci è stato proposto. Su Sarri, Ancelotti e Cavani...'
Cristiano Giuntoli, ds del Napoli, ha rilasciato un'intervista a SkySport, nella quale ha diffusamente svelato alcuni retroscena di mercato. Ecco alcune anticipazioni: "Fabian Ruiz? Volevamo prenderlo già a gennaio, ma non fu possibile. Riuscimmo però a strappare una promessa al giocatore e al procuratore. Quando Ancelotti arrivò, ce lo chiese. Ma stranamente lui era l’unico giocatore che avevamo già bloccato, una strana e piacevole coincidenza".
Giuntoli ha aggiunto: "La trattativa per il sostituto di Higuain? Portai Milik a Capri. Veniva dall’Ajax e volevo stupirlo con la scusa che c'erano dei lavori in corso. Il rimpianto? Avevamo chiuso per Tolisso che doveva svolgere solo le visite mediche, ma il Lione quell’anno passò il preliminare di Champions League e il giocatore preferì restare in Francia. Peccato, poi l’anno dopo andò al Bayern Monaco".
Su Cristiano Ronaldo: "Ci è stato proposto, abbiamo un grande rapporto con Jorge Mendes dai tempi di Faouzi Ghoulam e del suo rinnovo di contratto. Abbiamo rapporti costanti, ci sentiamo spesso e fu proposto. Per noi però era un po’ fuori portata. Lo disse sia al presidente che a me, io rimasi un po’ zitto: poi quando andammo nei particolari, ci rendemmo conto che per noi era una operazione fuori portata".
Sul suo rapporto con De Laurentiis: "Aurelio nei miei confronti ha davvero un occhio di riguardo speciale e mi tratta come un figlio. Mi ha accolto nella sua famiglia, una famiglia splendida, con me non è mai stato arrogante, non ha mai alzato la voce". Sul primo contatto: "Stavo andando a vedere una partita dei playoff di Serie B l’anno che si vinse a Carpi, De Laurentiis era insieme all’amministratore delegato del Napoli, Andrea Chiavelli ed è lui mi chiese un incontro. Ma io pensavo che gli potesse interessare qualche mio calciatore. Io avevo degli impegni e gli dissi se potevamo vederci la settimana successiva, ma loro avevano fretta e mi chiesero un incontro per la mattina dopo. Allora gli chiesi quale fosse il motivo… loro mi risposero che volevano parlare del Napoli perché erano interessati a me. A quel punto non ho capito più niente e chiaramente ho detto di sì".
Sul possibile rinnovo: "Siamo molto vicini, io sono contento di rimanere, mi trovo benissimo a Napoli e con la proprietà, lo stesso vale per l’allenatore. Quindi probabilmente sì, resterò.
Su Sarri: "Provai a portarlo al Carpi, poi non è venuto perché non trovammo un accordo con i suoi collaboratori. I soldi erano pochi, lui era stato esonerato a Perugia, ma sarebbe venuto. Io lo conoscevo dai tempi in cui allenava il Sansovino, quando io giocavo nella Sanremese. Mi colpì perché dopo due ore di chiacchiere, ci confrontammo su diverse questioni e mi disse: io non vengo, ma tu arriverai in Serie A. Quando trovammo l’accordo e decisi di andare a Napoli, il presidente aveva due o tre opzioni, tra cui la più papabile era proprio Sarri. E Io per ovvi motivi la sposai in pieno, visto che ci conoscevamo da una vita. Se ha provato a portarmi al Chelsea? Ci sentiamo spesso e sicuramente lui ha bisogno di una persona di fiducia che gli faccia da cuscinetto con la proprietà e con lo spogliatoio, ma come penso sia per tutti gli allenatori".
Su Ancelotti: "Siamo una grande coppia: abbiamo 5 Coppe dei Campioni in due (ride, ndr). Ancelotti è molto sicuro. Uno dice che è sicuro perché ha vinto tanto, invece lui ha vinto perché è sicuro. Mi ha trasmesso tanto, ma non solo a me anche alla squadra. Da parte del presidente è stata un’intuizione incredibile. Io non ci credevo, onestamente. Non pensavo che un allenatore di quel livello potesse accettare Napoli con questo entusiasmo. Invece ha sposato in pieno la causa, la città, sta benissimo a Napoli, si è inserito benissimo nel nostro contesto. Ci ha aiutato e ci aiuterà a crescere".
Su Cavani: "Non credo faccia parte della filosofia del club perché la forza del Napoli è quella di avere giocatori con nuove motivazioni, insomma di avere nuovi Cavani".
Giuntoli ha aggiunto: "La trattativa per il sostituto di Higuain? Portai Milik a Capri. Veniva dall’Ajax e volevo stupirlo con la scusa che c'erano dei lavori in corso. Il rimpianto? Avevamo chiuso per Tolisso che doveva svolgere solo le visite mediche, ma il Lione quell’anno passò il preliminare di Champions League e il giocatore preferì restare in Francia. Peccato, poi l’anno dopo andò al Bayern Monaco".
Su Cristiano Ronaldo: "Ci è stato proposto, abbiamo un grande rapporto con Jorge Mendes dai tempi di Faouzi Ghoulam e del suo rinnovo di contratto. Abbiamo rapporti costanti, ci sentiamo spesso e fu proposto. Per noi però era un po’ fuori portata. Lo disse sia al presidente che a me, io rimasi un po’ zitto: poi quando andammo nei particolari, ci rendemmo conto che per noi era una operazione fuori portata".
Sul suo rapporto con De Laurentiis: "Aurelio nei miei confronti ha davvero un occhio di riguardo speciale e mi tratta come un figlio. Mi ha accolto nella sua famiglia, una famiglia splendida, con me non è mai stato arrogante, non ha mai alzato la voce". Sul primo contatto: "Stavo andando a vedere una partita dei playoff di Serie B l’anno che si vinse a Carpi, De Laurentiis era insieme all’amministratore delegato del Napoli, Andrea Chiavelli ed è lui mi chiese un incontro. Ma io pensavo che gli potesse interessare qualche mio calciatore. Io avevo degli impegni e gli dissi se potevamo vederci la settimana successiva, ma loro avevano fretta e mi chiesero un incontro per la mattina dopo. Allora gli chiesi quale fosse il motivo… loro mi risposero che volevano parlare del Napoli perché erano interessati a me. A quel punto non ho capito più niente e chiaramente ho detto di sì".
Sul possibile rinnovo: "Siamo molto vicini, io sono contento di rimanere, mi trovo benissimo a Napoli e con la proprietà, lo stesso vale per l’allenatore. Quindi probabilmente sì, resterò.
Su Sarri: "Provai a portarlo al Carpi, poi non è venuto perché non trovammo un accordo con i suoi collaboratori. I soldi erano pochi, lui era stato esonerato a Perugia, ma sarebbe venuto. Io lo conoscevo dai tempi in cui allenava il Sansovino, quando io giocavo nella Sanremese. Mi colpì perché dopo due ore di chiacchiere, ci confrontammo su diverse questioni e mi disse: io non vengo, ma tu arriverai in Serie A. Quando trovammo l’accordo e decisi di andare a Napoli, il presidente aveva due o tre opzioni, tra cui la più papabile era proprio Sarri. E Io per ovvi motivi la sposai in pieno, visto che ci conoscevamo da una vita. Se ha provato a portarmi al Chelsea? Ci sentiamo spesso e sicuramente lui ha bisogno di una persona di fiducia che gli faccia da cuscinetto con la proprietà e con lo spogliatoio, ma come penso sia per tutti gli allenatori".
Su Ancelotti: "Siamo una grande coppia: abbiamo 5 Coppe dei Campioni in due (ride, ndr). Ancelotti è molto sicuro. Uno dice che è sicuro perché ha vinto tanto, invece lui ha vinto perché è sicuro. Mi ha trasmesso tanto, ma non solo a me anche alla squadra. Da parte del presidente è stata un’intuizione incredibile. Io non ci credevo, onestamente. Non pensavo che un allenatore di quel livello potesse accettare Napoli con questo entusiasmo. Invece ha sposato in pieno la causa, la città, sta benissimo a Napoli, si è inserito benissimo nel nostro contesto. Ci ha aiutato e ci aiuterà a crescere".
Su Cavani: "Non credo faccia parte della filosofia del club perché la forza del Napoli è quella di avere giocatori con nuove motivazioni, insomma di avere nuovi Cavani".