Juventus FC via Getty Images
Giuntoli è davvero soddisfatto di questo Allegri? Cosa c'è dietro la risposta sul futuro
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Colpa di Allegri? Colpa della squadra? Accade spesso e questa Juve non fa eccezione: la verità sta nel mezzo, nelle mancanze dell'uno e in quelle dell'altra. Per capirci: una Juve che approccia così male su un campo di una squadra che si sta giocando la permanenza in Serie A, non si può non imputare all'allenatore. La reazione del gruppo, i cambi, la storia della ripresa, non si può non rendere ugualmente merito ad Allegri. Che prima si sconfessa, tirando via le due scelte forti che aveva fatto a inizio gara. Poi non ha remore, né alternative: tutti gli uomini offensivi dentro, mantenendo un equilibrio degno del filo del rasoio.
LA RIFLESSIONE - E pensare che tutto era iniziato da una conferma, sempre sorniona, mai diversa dalla solita, di Cristiano Giuntoli. Lo Sport Director ha ribadito la fiducia all'allenatore oggi in sella, ribadendo l'incontro in programma per vedere la Juventus che sarà. Di esplicito e implicito n'è pieno il mare delle ipotesi, in particolare quello in cui sguazza la Juve. Ma a prescindere dalle frasi del dirigente bianconero la sensazione è che con Allegri stia volgendo ogni cosa al termine, e che a ribadirlo sia soprattutto il parlato del tecnico, meno tenero del solito verso i suoi ragazzi e probabilmente un po' stufo degli alti e bassi, dei momenti, di una crisi che non accenna a esaurirsi.
SODDISFATTI? - Dunque, perché Giuntoli gioca ancora con la situazione, senza andare dritto al punto? Perché non può fare altrimenti. Perché ogni cosa ha il suo tempo. E perché Allegri ha ancora due obiettivi su due da raggiungere, restando in piena corsa per entrambi. Va da sé: ogni parola va tarata e la "soddisfazione" di cui parla il direttore è pura politica. La Coppa Italia salverebbe al limite i rapporti, non la stagione. Forse farebbe dormire sonni più tranquilli a entrambe le parti, che si lascerebbero con il sorriso e con la consapevolezza che no, non era poi tutto da buttare. E che sì, forse anche da quella reazione, dalla voglia di non perdere e di giocare, si può ripartire più forti.