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    Giornalisti spiati, Fassone si difende: 'Scelta condivisa dal cda del Milan'

    Giornalisti spiati, Fassone si difende: 'Scelta condivisa dal cda del Milan'

    In casa Milan tiene banco il contenzioso con Marco Fassone, ex amministratore delegato e direttore generale, licenziato "per giusta causa" la scorsa estate, nel momento del passaggio del club da Yonghong Li al fondo Elliott. E dopo le rivelazioni di ieri, secondo cui durante il suo periodo in rossonero avrebbe fatto spiare dei giornalisti, l'ex ad si difende.

    LA DIFESA DI FASSONE - "L'attività investigativa era nota a tutto il cda", ha dichiarato a Repubblica Francesco Rotondi, avvocato di Fassone. "Quella decisione fu concordata e avallata dal consiglio d'amministrazione per rispondere a una fuga di notizie. Una decisione collettiva, presa di comune accordo". Anche questa vicenda rientra tra le motivazioni per cui il Milan ha deciso di separarsi dall'ex dirigente, che ritiene invece di essere stato vittima di un "licenziamento ritorsivo" e ha deciso di ricorrere al Tribunale del lavoro. Sempre secondo il legale di Fassone, non ci fu però nulla di illegale nella scelta del suo assistito: "Fu un'attività di indagine difensiva, lecita, normata dalla legge. Il mio assistito ha sempre riportato al cda, tanto che il nome della stessa società di investigazione venne suggerito da qualcun altro". Quel cda di cui, già ai tempi della presidenza di Yonghong Li, faceva parte anche Paolo Scaroni, attuale numero uno di Casa Milan.

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