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Giordano: 'Mi rivedo in Lautaro, ma io ero più elegante. Ecco chi vincerà lo scudetto'
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IL CALCIO DI OGGI - "Bisognerebbe azzerare tante cose, a cominciare dai settori giovanili. Il talento c’è, ma viene soffocato. Chi lavora con i ragazzini non ha pazienza. E a volte non sa nemmeno come si stoppa un pallone. Che insegnante sei? Ti fanno correre — che serve per carità — ma poi nessuno è capace di saltare l’uomo e soprattutto non ci si diverte più. Così restano macerie. Era già così quando 15 anni fa accompagnavo mio figlio Rocco agli allenamenti delle giovanili. Adesso è peggio. Non si pensa a costruire calciatori, ma a vincere per fare una carriera da allenatore".
GUARDIOLA - "Pep è un grande allenatore. Ma preferisco Klopp: verticalizza, niente passaggi sul perimetro. In ogni caso, se alle spalle non hai un grande club, è difficile per tutti. È stato il mio grande errore nella carriera ventennale in panchina. Accettavo tutto, anche club che non pagavano gli stipendi. Il mio nome serviva a coprire le magagne. E così, anche per colpa mia, non ho avuto grandi soddisfazioni. Pure Guardiola, in un club in difficoltà, non fa miracoli. Se hai campioni vinci, altrimenti parli e basta".
INZAGHI - "Bravo, tignoso. Ci crede, lavora, si impegna. Si è fatto le ossa per 20 anni alla Lazio, me lo ricordo nelle giovanili. Ma a Milano è cresciuto. Un grande club, un grande stadio, grandi palcoscenici. Quest’anno sembra l’anno giusto per lo scudetto. Anche se la Juve non molla e a dicembre è presto per fare previsioni. Ma lui ha avuto un grandissimo merito. Ha esaltato le qualità dei suoi calciatori. Ed ha un campione assoluto".
LAUTARO - "Calcisticamente sono innamorato di Lautaro Martinez. Mi rivedo in lui: più tosto fisicamente, io magari avevo qualche tocco più elegante. Ma è un’Iradiddio: ha fatto la gavetta dietro a Icardi, Lukaku e Dzeko, poi è cresciuto ed è diventato un leader, il capitano. Ha vinto il mondiale, pronto per una carriera scintillante".
IL MIGLIORE AL MONDO - "Mbappé è di un’altra categoria. Ha classe e potenza, segna in ogni modo, fa la differenza. A 25 anni ha vinto un mondiale, ne ha sfiorato un
altro segnando una tripletta in finale. Tanto rispetto per Vinicius, Haaland, Bellingham, ma il parigino è di un altro pianeta".
GLI EUROPEI - "Se ragioniamo sulla carta, considerando i talenti a disposizione ed immaginando che nessuno si farà male, la Francia è davanti a tutti. Poi la Spagna, l’Inghilterra, la Germania che gioca in casa".
LA NAZIONALE - "Speriamo nella crescita di Chiesa, Raspadori e Scamacca: nel calcio serve chi fa gol. C’è un grandissimo allenatore, perché quello che ha fatto Spalletti a Napoli l’anno scorso rimane un capolavoro assoluto. Ma torniamo al solito discorso: la fortuna di un tecnico la fanno i calciatori che ha a disposizione. Prendi Sarri e la Lazio: l’anno scorso secondi dietro ad un Napoli fantastico. Quest’anno, Champions a parte, una delusione in campionato. Il rendimento della difesa e dell’attacco è crollato. Capita anche ad uno come Mourinho che ha vinto tutto: se la Roma ha Dybala e Lukaku fa paura. Senza è una squadra modesta. Pioli e gli infortuni del Milan che stanno condizionando la stagione".