Giordano a CM: 'Io, Diego e quel mio gol storico. Vincerà Sarri, ma aprite ai tifosi'
Da inizio settembre ha iniziato un'avventura al Tatabanya in Ungheria, come sta andando questa esperienza?
"Sì, con me c'è Tommaso Rocchi, ex attaccante della Lazio. E' una bella esperienza all'estero, ti fa conoscere anche la mentalità di altri Paesi. Ho a disposizione giocatori di molte nazionalità: spagnoli, argentini, slovacchi, polacchi. Questo è un lavoro più complesso, cercare di fare andare d'accordo tante mentalità. E' una crescita che spero possa essere d'aiuto nell'immediato magari in altre situazioni. Abbiamo fatto un percorso importante, adesso inizia il girone di ritorno e speriamo di recuperare qualche punticino. All'inizio questa era una squadra normale, con il mio arrivo e quello di una nuova società l'obiettivo è cambiato. Vogliamo vincere il campionato ma non sarà facile perchè questa era una squadra semi-dilettantistica prima e con il cambio di proprietà è cambiato il pensiero".
Lei ha fatto riferimento al voler provare qualcosa di diverso magari un ritorno in Italia o questa esperienza all'estero può prolungarsi magari in un altro campionato?
"Non ho preclusioni verso nessun campionato, sono sincero. Cerco un progetto ma non a lunga scadenza perchè non ci credo nel calcio quando dicono queste cose. Io spero di tornare in Italia ma se non si trova, andrò da un'altra parte, il calcio è uguale ovunque. Mi ha chiamato il Tatabanya e sono contento, stiamo facendo delle buone cose ma se dovesse arrivare una chiamata in qualunque altra parte del mondo andrei senza problemi".
C'è una squadra, in questa Serie A che le piacerebbe allenare?
"In Serie A tutte hanno una struttura, una dirigenza importante. Io nel 2007 ho allenato il Messina in A, è tutta un'altra impostazione rispetto alla Lega Pro con tutto il rispetto per queste categorie. Una puo' valere l'altra, mi piace lavorare con i giovani quindi Atalanta, Empoli e Udinese. Sono società che cercano di valorizzare i giovani, mi piacerebbe lanciare un prospetto per una grande carriera".
Se le dico una data, 9 novembre 1986, cosa le viene in mente?
"1-3 (ride ndr), una giornata indelebile per Napoli e i suoi tifosi, ci hanno fatto anche una commedia di quel giorno. E' qualcosa di indescrivibile che resta nella memoria dei giocatori che c'erano. Vincere così a Torino contro la Juve, in uno scontro diretto per lo scudetto. E' un qualcosa che è stato tramandato anche a più giovani, eravamo pronti per fare un qualcosa di straordinario. Anzi, abbiamo fatto qualcosa di straordinario in quella partita: è uno dei più bei ricordi che mi porto dentro".
Vantaggio della Juventus con Laudrup e poi rimonta del Napoli con il gol del 1-2 che portò la sua firma...
"Oltre quei tre gol ne potevamo fare altri quattro o cinque. Laudrup segnò ad inizio del secondo tempo e nel giro di quaranta minuti la squadra aveva creato tantissimo, con Tacconi che fece parate straordinarie. Mi ricordo che quando pareggiò Ferrario andando tutti ad abbracciarlo ma dentro di me non mi sentivo completamente soddisfatto perchè non avevo lasciato il timbro. Dopo neanche sessanta secondo feci gol io, una esplosione di gioia indescrivibile. Andai sotto la curva che era piena di napoletani, fu una domenica bellissima. Ricordo all'aereoporto di Caselle cinquemila napoletani si impossessarono degli altoparlanti e cantarono o surdato nnammurato".
A distanza di trent'anni si rigiocherà una sfida che vale il titolo proprio a Torino tra Juventus e Napoli: trova delle similitudini tra il suo Napoli campione d'Italia e questo?
"Sì, purtroppo non ci sarà quel seguito di allora da parte dei tifosi azzurri. Credo che sia un delitto non poter far entrare il tifoso napoletano ad una partita cosi straordinaria. E' uno stadio cosi bello è lo sarebbe stato ancora di più con una cornice azzurra. Io auguro ai tifosi, ai dirigenti di vivere le stesse emozioni. Vorrebbe dire un grande passo verso lo scudetto, me lo auguro di cuore. Napoli mi è rimasta nel cuore e merita di vivere una gioia del genere".
Voi avevate il MAGICA: Maradona, Giordano e Careca per un tridente che è rimasto nella storia del calcio.
"C'era anche Carnevale a dire il vero ma sempre Magica era. Io credo che i tempi di Maradona non avranno mai eguali. Io so che tu vuoi andare a parare sul tridente attuale formato da Callejon, Higuain e Insigne. Gli auguro tutto il meglio possibile ma quando parti con Maradona non c'è partita. Stanno facendo anche loro cose straordinarie, questo bisogna dirlo".
Ha sentito Maradona di recente? Avete parlato di questo Napoli?
"No di questo Napoli no. Ci siamo sentiti per gli auguri ai compleanni di entrambi e per alte cose. Diego dice che fare qualcosa per Napoli ti lascia nella storia, si sente napoletano. Il tifoso si è reso conto della portata della nostra impresa. Adesso siamo maturi per festeggiare di nuovo".
In questa settimana si è parlato tanto della maglia numero dieci ritirata in onore di Maradona. Crede che Insigne meriti di indossare una maglia che a Napoli pesa in particolar modo?
"Io credo che le maglie non si debbano ritirare. La maglia di Diego deve andare su tutti i campi del mondo. Chiaramente adesso le numerazioni sono strane e meno fedeli ma credo che la 10 debba andare a Insigne. La maglia numero dieci se la dai a un terzino allora sarebbe un sacrilegio. Io credo che le magliette sono da stimolo per i giocatori, specie se è stata di Maradona".
C'erano tanti duelli allora, ce ne sono anche adesso: lei chi sceglie tra Dybala-Morata e Insigne-Higuain? "I duelli erano tanto belli allora, anche quello tra me e il mio fratello Mafredonia che si perse la mia marcatura e io riuscii a metterla in semi-rovesciata. Adesso Higuain si fa preferire a tutti, un pò come allora era Maradona. Quando parti con un giocatore del genere sei avvantaggiato. Stiamo parlando di un giocatore straordinario, che ha fatto 24 gol. Morata e Dybala sono due campioni però Higuain da solo ha fatto gli stessi gol di loro due messi insieme. In questo momento il trio napoletano si fa preferire. Anche il duello a distanza tra Reina e Buffon promette bene".
Tra le due squadre chi è la più forte?
"Il mio cuore dice Napoli".
Sarà una sfida decisiva nella lotta scudetto?
"Peserà molto a livello mentale, credo che un pareggio sia l'unico risultato che non cambierebbe nulla nelle convinzioni di entrambe. Una vittoria potrebbe condizionare una delle due squadre. E' una partita importante ma non fondamentale, sono quelle gare belle da giocare e che lasciano il segno. Io credo che il Napoli abbia qualche possibilità in più per via dell'infortunio di Chiellini. Lui, Dybala e Marchisio sono i giocatori indispensabili per la Juventus".
L'ultimo duello è quello tra due Allegri e Sarri: entrambi toscani ma con due formazioni completamente diverse.
"Allegri è stato un buon prospetto di giocatore che non si è concretizzato del tutto. Sarri invece non ha fatto il giocatore da giovane, ha fattola gavetta partendo dal basso ed è il classico esempio di meritocrazia. Sono contento per lui, il suo arrivo è stato decisivo per far fare il salto di qualità alla squadra. Entrambi hanno concetti di gioco per certi versi simili e sono due delle massime espressioni di allenatori italiani. Meritano entrambi le fortune che stanno vivendo".
Crede che l'arbitro possa avere un peso specifico determinante in una gara come questa? Alcuni opinionisti sono sicuri di una direzione di gara a favore dei padroni di casa...
"Partiamo dal presupposto che in serie A ci sono molti direttori di gara piuttosto bravi. Non credo che la gara sarà influenzata dal blasone o dal peso che ha la Juventus, non scherziamo. Se sei più forte vinci, altrimenti no. Non è detto che il pubblico di casa possa influenzare l'arbitro, godiamoci la partita senza dietrologie che non servono".
Momento pronostico: chi la spunterà? "Io dico Napoli, ha qualcosa in più e spero che possa vincere e continuare a sognare lo scudetto che non è cosi irraggiungibile".