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    Gianni Infantino, un tribunale tira l'altro

    Gianni Infantino, un tribunale tira l'altro

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Ormai si sente come l'abbonato Rai di un antico spot: quello che ha sempre un posto in prima fila. Peccato che per Gianni Infantino, presidente della Fifa, si tratti di una collocazione per niente desiderabile. Perché lo porta sovente in giro per le procure della confederazione elvetica, dove le indagini e i procedimenti sul suo conto si sommano. Del più recente hanno dato notizia in esclusiva i quotidiani Le Monde e Libertè.

    Il procedimento è stato aperto presso la Procura di Friburgo e a innescarlo è stata una denuncia dell'avvocato Philippe Renz, che è anche agente e titolare di un'agenzia di rappresentanza atleti denominata Sport 7. Per Infantino l'avvocato Renz è da anni una specie d'ossessione, dato che quello non gli dà pace. Fra i due si è innescata una battaglia legale reciproca della quale il presidente Fifa avrebbe certamente fatto a meno e a cui adesso guarda con preoccupazione crescente.

    Motivo principale della tensione fra i due è il nuovo regolamento su agenti e intermediari. Che dalle rappresentanze degli agenti viene contestato perché ritenuto portatore di eccessivi lacci e lacciuoli, e che invece da Renz viene avversato per motivi opposti: è ancora troppo permissivo, soprattutto per gli ampi margini di manovra che concede ai soggetti più potenti. In particolare, Renz contesta al nuovo regolamento (e a Infantino) di consentire il meccanismo del doppio mandato, ossia quei casi in cui l'agente è rappresentante sia del club che del calciatore messo al centro della trattativa.

    Lo scontro Renz-Infantino è stato dichiarato aperto a ottobre 2020, e ha avuto come prima arena il Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Nel precedente mese di gennaio Infantino era stato eletto in seno al CIO e l'avvocato Renz si è opposto a questo passaggio firmando una lettera-denuncia recapitata a tutti i componenti della massima assise olimpica. Nel documento veniva contestata, per questioni etiche, la legittimità del presidente Fifa a essere parte del comitato. E in particolare venivano citati due articoli della Carta Olimpica da usare contro il presidente Fifa. Che per questa denuncia è stato temporaneamente sospeso dal CIO, salvo essere successivamente riammesso perché secondo il comitato non sussistevano le condizioni per dare seguito alla denuncia di Renz.

    Da lì è partita anche la reazione di Infantino nei confronti di Renz, con una denuncia penale (presentata peraltro dalla Fifa, non da lui) per diffamazione e calunnia che però è stata archiviata a agosto 2022.

    Invece l'avvocato Renz non ha mollato. E ha ottenuto un primo risultato. Lo scorso 15 marzo la Procura di Friburgo ha aperto ufficialmente l'indagine sull'ipotesi che il regolamento Fifa sugli agenti abbia l'effetto di normare condizioni di non diritto e dunque di essere l'effetto di una connivenza con gli agenti più potenti. Il fascicolo è stato affidato al procuratore Laurent Moschini.

    Per il capo del calcio mondiale, che deve già fare i conti con la pesante vicenda degli incontri segreti con l'ex procuratore generale della confederazione, Michal Lauber, si tratta dell'ennesima vicenda imbarazzante. Imbarazzante quasi quanto il modo che usa per governare il calcio mondiale.

    @pippoevai

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