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Giacomelli: 'Fatto fuori da D'Onofrio, indirizzava le carriere degli arbitri. Era il grimaldello politico dell'AIA'
Lo scandalo D'Onofrio si allarga a macchia d'olio e le reazioni del mondo del calcio sulle trame oscure dell'ex capo della Procura dell'AIA si susseguono col passare delle ore. A parlare in termini molto negativi dell'operato dell'ex militare arrestato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti è Piero Giacomelli, arbitro di Serie A sospeso per irregolarità nei rimborsi spese e successivamente tagliato dall’organico in quanto la sua sospensione ha superato i dodici mesi concessi come tempo limite per il reintegro.
Queste le parole dell'ex direttore di gara della sezione di Trieste a La Repubblica: "Negli ultimi due anni D'Onofrio decideva, sotto le vesti di Procuratore dell’Aia, con i suoi provvedimenti, promozioni e dismissioni degli arbitri di Serie A e Serie B. Per un mero errore formale, D’Onofrio ha spinto affinché per soli 17 giorni di squalifica, superassi i 12 mesi sufficienti a farmi uscire definitivamente dalla Serie A. In casi simili, per errori formali, la segreteria segnala prima le incongruenze per poterle correggere. Non potevo essere punito per il rendimento in campo e allora si è attaccato ai rimborsi. Lo ha fatto anche con altri come Pasqua, Massa, La Penna, Robilotta".
Giacomelli non si ferma e anzi aumento il carico delle accuse sulla figura di D'Onofrio: "Queste decisioni su dismissioni e promozioni in teoria spettano agli organi tecnici, ma sono convinto che D’Onofrio fosse il braccio armato delle dismissioni. Il 22 aprile, durante una riunione dell’Aia, il vicepresidente Baglioni ha detto in aula che io sarei stato dismesso a fine stagione, ma la mia udienza era fissata solo a maggio. Poi, mentre aspettavo il giudizio del Coni, mi ha contestato un’altra violazione del codice etico per mancato aggiornamento dell’anagrafica. Ma è dal 1992 che all’Aia ho fornito i miei documenti di identità".
L'atto di accusa di Giacomelli si conclude così: "Diciamo che assecondavano le punizioni decise da D’Onofrio. Che entrava anche nella parte tecnica del designatore, quella relativa ai giudizi. Il guardalinee Avalos un anno fa ha prodotto un’intercettazione dove D’Onofrio gli diceva cosa fare e cosa non fare per scalare le classifiche di giudizio. L’arbitro La Penna sarebbe dovuto diventare internazionale al posto di un altro arbitro. Ma anche lui è stato accusato di rimborsi irregolari, squalificato, fatto fuori e poi reintegrato da D’Onofrio. Lui era il loro grimaldello politico. Comminando sanzioni indirizzava le carriere degli arbitri. Favorendo alcuni e punendone altri decideva a tavolino le classifiche di merito. Una dinamica che portata al tavolo politico per le elezioni delle cariche, poteva spostare i voti delle sezioni regionali premiate".
Queste le parole dell'ex direttore di gara della sezione di Trieste a La Repubblica: "Negli ultimi due anni D'Onofrio decideva, sotto le vesti di Procuratore dell’Aia, con i suoi provvedimenti, promozioni e dismissioni degli arbitri di Serie A e Serie B. Per un mero errore formale, D’Onofrio ha spinto affinché per soli 17 giorni di squalifica, superassi i 12 mesi sufficienti a farmi uscire definitivamente dalla Serie A. In casi simili, per errori formali, la segreteria segnala prima le incongruenze per poterle correggere. Non potevo essere punito per il rendimento in campo e allora si è attaccato ai rimborsi. Lo ha fatto anche con altri come Pasqua, Massa, La Penna, Robilotta".
Giacomelli non si ferma e anzi aumento il carico delle accuse sulla figura di D'Onofrio: "Queste decisioni su dismissioni e promozioni in teoria spettano agli organi tecnici, ma sono convinto che D’Onofrio fosse il braccio armato delle dismissioni. Il 22 aprile, durante una riunione dell’Aia, il vicepresidente Baglioni ha detto in aula che io sarei stato dismesso a fine stagione, ma la mia udienza era fissata solo a maggio. Poi, mentre aspettavo il giudizio del Coni, mi ha contestato un’altra violazione del codice etico per mancato aggiornamento dell’anagrafica. Ma è dal 1992 che all’Aia ho fornito i miei documenti di identità".
L'atto di accusa di Giacomelli si conclude così: "Diciamo che assecondavano le punizioni decise da D’Onofrio. Che entrava anche nella parte tecnica del designatore, quella relativa ai giudizi. Il guardalinee Avalos un anno fa ha prodotto un’intercettazione dove D’Onofrio gli diceva cosa fare e cosa non fare per scalare le classifiche di giudizio. L’arbitro La Penna sarebbe dovuto diventare internazionale al posto di un altro arbitro. Ma anche lui è stato accusato di rimborsi irregolari, squalificato, fatto fuori e poi reintegrato da D’Onofrio. Lui era il loro grimaldello politico. Comminando sanzioni indirizzava le carriere degli arbitri. Favorendo alcuni e punendone altri decideva a tavolino le classifiche di merito. Una dinamica che portata al tavolo politico per le elezioni delle cariche, poteva spostare i voti delle sezioni regionali premiate".