Gentile non va in Libia:| 'Fino a cattura Gheddafi'
«Finchè non verrà catturato ufficialmente Gheddafi non mi muoverò dall'Italia e non sarò ct della Libia. Sono stato intervistato dalla Rai per la questione politica in terra libica e ho detto che, per una questione affettiva, sarei andato in Africa ad allenare. Da lì in poi sono iniziati i contatti con la Federazione ma la condizione unica è quella che ho detto».
Lo ha detto l'ex allenatore dell'under 21 azzurra, Claudio Gentile a Radio Manà Manà Sport 24, sul suo futuro sulla panchina della nazionale della Libia. L'allenatore nato a Tripoli parla del progetto della Federazione libica: «Il progetto è quello di portare la Libia ad avere rapporti con il mondo esterno, calcistico e no. Questa nazione deve crescere molto e potrà avvenire solo quando si libereranno di Gheddafi definitivamente. Quando andò ad allenare Scoglio, si faceva solo quello che diceva il figlio di Gheddafi e nonostante tutto riuscirono a qualificarsi per la Coppa d'Africa. C'è potenziale. Bisogna portare il concetto classico di calcio -spiega Gentile -, con preparatori, staff tecnico e quant'altro. La voglia c'è ma finchè non cambieranno le cose a livello politico non se ne farà nulla. Il popolo libico è un popolo buono ma è stato sfruttato tanto e troppo da Gheddafi e dalla sua famiglia». «Da quando sono successi i primi scontri mi sono interessato della situazione. È il paese dove sono nato e sono molto legato alla Libia. Quando vinsi il Mondiale nel 1982, ho ricevuto molte lettere di tifosi libici che si sentivano parte di quel successo. Se posso contraccambiare il loro affetto allenando la nazionale lo farei volentieri», conclude Gentile.